Diario di un’emigrata: italiani in fuga in Australia – Preambolo

di Eleonora Dutto

L’idea di questo diario di viaggio dedicato all’Australia nasce dalla volontà di portare una testimonianza concreta su un fenomeno particolarmente diffuso ma di cui si hanno solo informazioni vaghe e confuse: l’emigrazione dei giovani italiani in Australia degli ultimi anni.

Partiamo dall’origine di tutto: dal 2004 l’Italia ha stabilito con l’Australia un permesso di soggiorno chiamato Working Holyday Visa, che permette ai giovani italiani tra i 18 e 30 anni di passare un anno in Australia, lavorando e viaggiando. Di questa informazione molti ne sono a conoscenza, alcuni ne hanno sentito parlarne, altri, leggendone ora, capiranno perché due persone che conoscono indirettamente sono partire quest’anno. Tale visto non è l’unico a disposizione per tentare di vivere nell’isola più grande del mondo, ma sicuramente il più gettonato.

Se vi capiterà mai di trattare l’argomento “viaggio in Australia” con amici più disparati, di ambienti o città diverse, potrei scommettere che riceverete sempre questa risposta: “ho un amico/un conoscente/un parente che è stato in Australia per molto tempo/è li per un anno/ è andato e non è più tornato”.
Io per prima conosco direttamente almeno tre persone che negli ultimi anni sono partite: di queste solo una è tornata dopo l’anno lì trascorso, ma non avevo assolutamente chiara la consistenza di questa migrazione finché non ho fatto la stessa scelta e ho cominciato a parlarne.

Messa alle strette dalle evoluzioni del mio percorso lavorativo, ho richiesto e ottenuto il famigerato Working Holiday Visa lo scorso marzo e ho comprato il biglietto aereo per il 2 luglio; in questi mesi ho raccolto informazioni, testimonianze e reazioni dall’ “opinione pubblica”: ho scoperto che tutti siamo involontariamente a conoscenza di quest’esodo ma le informazioni sulla realtà di questa scelta, modalità di partenza e di soggiorno, motivi, obiettivi e speranze del viaggio, sono confuse e disordinate.
Tra il 2010 e il 2011 sono arrivati in Australia circa 60.000 italiani, con permessi di soggiorno di breve o lungo periodo: si tratta quasi del doppio delle partenze rispetto a dieci anni fa.

I maggiori luoghi comuni nati sul tema sono: “un cameriere in Australia guadagna 15 euro all’ora, dopo un anno di lavoro si torna ricchi, chi va in Australia raccoglie frutta nei campi ma è ben pagato, molti trovano il lavoro della vita e non tornano più, sembra che tutto funzioni nel modo giusto, la qualità della vita è molto alta, etc”. E tralascerei la mole di frasi tipiche sulla terribile fauna australiana che sembra raccogliere sull’isola tutti gli esemplari più pericolosi al mondo.

Secondo le mie ricerche, le notizie sono cosi confuse perché, tolto il passaparola, nessun autorevole testata tratta approfonditamente l’argomento. Ne volete un prova? Sapete qual è la capitale dell’Australia?
Una metà di voi risponderà Sydney mentre l’altra metà Melbourne. Sono felice di condividere con voi la mia prima scoperta sull’Australia: la capitale si chiama Canberra. E, a meno che non siate dei appassionati di geografia, siete giustificati quanto me a non averlo saputo finora.

Ma non trovate che non avere notizie elementari sul continente nel quale la maggior parte di connazionali sta emigrando recentemente sia una vera mancanza?
Attraverso i racconti diffusi, si dipinge il quadro di un paese, anzi un continente, dei balocchi, un nuovo mito americano, specie se paragonata all’Italia alla deriva che stiamo vivendo in questi anni critici.

Nei mesi che mi hanno separato dalla partenza, la mia curiosità sul “fenomeno Australia” è cresciuta molto e, spinta dalla voglia di toccare con mano la realtà, ho deciso di fare del mio viaggio una testimonianza concreta, diretta e periodicamente aggiornata, per capire cosa muove tanti italiani a tentare la fortuna, spingendosi fino agli antipodi del pianeta.

Attraverso la cronaca della mia imminente esperienza australiana, vorrei riportare quanto più possibile dati oggettivi che aiutino chi riflette su questa possibilità a giocare con le carte scoperte, senza illusioni ma anche senza timori, e contemporaneamente vorrei confrontare le storie degli italiani che sono partiti, per conoscere le ragioni della loro fuga e scoprire dove li ha portati questa strada. Il tentativo è ambizioso, ma farò del mio meglio perché sono la prima, “nel mezzo del cammin di nostra vita”, che ha bisogno di risposte. Dopo tutto “la vita è un viaggio”.

 


25 Comments

  • Salve, a tutti ho una domanda da porre, rivolta a chi è stato in Australia o a chi ci vie ed è riuscito ad ottenere la cittadinanza; anch’io fra qualche anno ho intenzione di partire li, mi sono informato sui vari visti e sulle città dove è più facile ottenere la cittadinanza(Perth,Atlanta; in poche parole la zona occidentale che è in pieno sviluppo economico ed industriale). La mia domanda in poche parole è: è vero che quando si parte per l’Australia è facile che dopo qualche anno le forze dell’ordine ti rispediscono al paese di origine? E’ facile ottenere il visto permanente ovviamente essendo sponsorizzati dal proprio datore di lavoro? Rispondetemi se avete avuto esperienze in quel paese o se avete testimonianze inerenti alle mie domande.
    Grazie a tutti,
    Daniel

  • ragazzi…posso parlare in prima persona dell’avventura australiana di mio figlio partito a 22 anni senza ne agganci ne tanti soldi…contando solo sulle sue capacità…credetemi che non p stato ne facile ne semplice.tanti sacrifici e tantissimo duro lavoro…il primo anno super cool, ha lavorato tanto e guadagnato tantissimo, ha viaggiato, e si è anche fatto un mese di ferie in italia…ma al ritorno è stato l’inferno…a spasso senza ne lavoro ne soldi e lì senza soldi non si va da nessuna parte…grazie a dio “MAMMA CE” nel bene e nel male.. Oggi ha il Famoso Visto permanente, lavora come Head Chef, ha un ottimo stipendio, una bella casa in affitto…ha gli stessi diritti e doveri di un Australiano…oltretutto ha la padronanza totale della lingua australiana che non è l’inglese di Oxford…tutt’altro…ragazzi la sua avventura australiana l’ho vissuta giorno per giorno, so per filo e per verso quale il percorso da fare per essere in regola..non è per tutti e non è da tutti…avere una solida preparazione culturale, padronanza della lingua non pressopochismo…sacrificare tutto per il lavoro…sopportare la mentalità australiana che non è semplice…e avere un bancomat in italia -che sarei io- che ti aiuta nel bisogno…non siamo ricchi, ma con la costanza mio figlio ce l’ha fatta e oggi per nulla al mondo tornerebbe indietro…eppure aveva un lavoro fisso, un ottimo stipendio qui in italia..ma la sua angoscia era rimanere un numero, un mediocre che per 40 anni avrebbe ingrossato le tasche di un ristoratore…a 22 anni hai la speranza che ti da quella incoscienza di provare e la paura la metti da parte…2 anni sono volati…stiamo pensando a scrivere un libro sulla sua odissea…credetemi non sono state rose e fiori…ma se uno ha un oggettivo ben fisso in testa dico nessuno potrà mai farti cambiare idea….a 24 anni posso dire che ce l’ha fatta e alla grande senza dover dire grazie a nessuno….
    auguri a tutti, e se mi venisse voglia, racconterò per filo e per segno il suo percorso…
    a presto
    susy

    • mi chiamo Loretta ho letto con avidità il tuo scritto perchè mio figlio partirà per l’australia il 24 settembre ed io sono angosciata , ha solo 20 anni …speriamo gli vada bene come al tuo..

  • egoisticamente…mOOOOOOlto egoisticamente non salto di gioia per il fatto che tu sia così lontana e soprattutto per troppo tempo, mi manchi e vorrei che domani fosse già luglio del 2013. Se poi devo far finta di non essere egoista, allora ti dico….mmmmmHHH bello, divertiti e portami tanti tanti souvenirs!
    BACI “TUA SORELLA” (e sbrigate e tornà sennò te vengo a prende io,ma tanto lo sai che non lo farò mai perchè ho la caga dell’aereo!)

  • Ciao Eleonora, come psicologo leggo frequentemente questo blog: conduco infatti un’indagine con l’obiettivo di cogliere le ragioni profonde che molti ragazzi italiani adducono alla scelta di voler trovare la propria soddisfazione personale altrove. Sai, non bisogna essere deGLI appassionati di geografia per sapere qual è la capitale di uno degli stati più grandi del mondo: se anche la metà dei tuoi amici pensava fosse Sidney, bhè… non è una giustificazione! Attendo il tuo prossimo post, e nel frattempo ti faccio un in bocca al lupo!

    • Ciao Alessandro
      Grazie dell’imbocca al lupo. Ti racconterò le storie degli italiani in giro dell’Australia appena possibile, nel frattempo perdona GLI errori di battitura e l’ignoranza mia e dei miei amici sulla geografia dell’intero globo.
      Take it easy
      🙂
      eleonora

    • le profonde di ragioni per cui molti ragazzi lasciano l’Italia ultimamente sono molto ben note…probabilmente ci sarà anche una percentuale che invece di aver bisogno di lavorare ha bisogno di trovare soddisfazione personale altrove! non mi sembra proprio il caso di eleonora!

  • Salve a tutti e grazie dell’interesse.
    Confermo quello che ha scritto qualcuno: sono arrivata in Australia da meno di 48 ore, quello che leggete è un preambolo, una dichiarazione di intenti, di quello che racconterò prossimamente.
    Cercherò il più possibile di raccogliere dati e fonti oggettive per dare modo a ciascuno di verificare le notizie che riporterò.
    Non credo di scrivere quindi prima di un mese,
    ringrazio ancora la redazione di Frontiere news per avermi concesso questo spazio
    un saluto a tutti
    Eleonora

  • ??…Ma sei appena arrivata in Australia…quindi ancora non sai nulla…non capisco la pubblicazione di un articolo del genere…Apprezzo la buona volontà ma ne riparleremo fra un paio di anni quando avrai notizie reali, percorsi fatti reali e soprattutto mete raggiunte reali….prima di tutto ciò…è solo fumo.
    In bocca al lupo.

    • Giorgio, mi sembra chiaro quello che Eleonora ha scritto.. a partire dal titolo in cui si specifica che questo è solo un “preambolo” che apre una serie di articoli con lo scopo di raccontare mese per mese la propria esperienza allo scopo di informare, delucidare ecc.
      Bella idea, mi sembra molto interessante, curiosa di seguire lo svolgersi di questa tua avventura..
      alla prossima.

  • La tua idea e’ fantastica… purtroppo non si parla del fatto tra le tante voci che girano di persone che sono dovute tornare perche’ il visto come in NZ e Canada scade. Poche persone rimangono in quanto il famoso ‘sponsor’ non e’ facile da ottenere…. si puo’ parlare di esodo ma anche di un ‘ grande ritorno’ in patria…

  • Ma sei appena arrivata?Perche’ dall’articolo non si capisce bene. Ad ogni modo dove potremo seguire le tue nuove avventure?anch’io avevo sentito parlare in maniera molto vaga dell’Australia, ma in questi ultimi 3 mesi che vivo in Irlanda non si parla di altro!qui si sta verificando emigrazione allo stato puro verso Australia, Canada e Nuova Zelanda, per questo sarei davvero interessata ad avere informazioni piu’ approfondite. Ottima idea!

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