Chi sono i nuovi italiani in Australia? Tappa a Brisbane

Vista dal lato di South Bank del Victoria Bridge e della City, centro di Brisbane. Copyright: Stefano Marai

di Eleonora Dutto

In tre settimane di viaggio ho percorso la costa del Queensland per 1350 km, da Townsville fino a Brisbane, la capitale della regione. In tutti i chilometri percorsi non ho mai incontrato degli italiani: la maggior parte dei negozi e ristoranti con insegne nostrane sono gestiti da italo-australiani di seconda o terza generazione, che non conoscono l’italiano e non sono mai stati in Italia.

A Brisbane, invece, è stato molto semplice ed immediato incontrare degli immigrati italiani. Passeggiando per il centro della città ho scoperto che ogni mercoledì in Queen Street c’è il mercato di frutta e verdura: è bastato addentrarmi appena tra gli stand per trovare il banco della pasta fresca e scovare qualche italiano.

Omero ha 77 anni, originario di La Spezia, è arrivato in Australia nel’56, quando aveva 21 anni, in cerca di un lavoro: dopo qualche anno come cuoco, è riuscito ad aprire ben tre ristoranti, si è sposato e ha avuto due figli

Il banco della pasta fresca è di proprietà di Vincenzo Invincibile – ci tiene molto che riporti il suo cognome – : ha deciso di venire a Brisbane nel 1974, dopo aver incontrato una bellissima ragazza australiana in Italia. Quella che doveva essere solo una vacanza è diventato un trasferimento definitivo: la ragazza era in dolce attesa e Vincenzo, partenopeo vecchio stampo, non ha indugiato molto nel decidere di restare e costruire la sua vita oltremare. Oggi l’Invincibile Vincenzo ha 63 anni, 6 figli, una lunga storia di ristoranti gestiti nella Gold Coast, zona costiera a Sud di Brisbane, e, infine, una fiorente azienda di pasta fresca. Nell’ora che passo dietro il banco a parlare con lui, la clientela è davvero numerosa.

Per curiosità ho chiesto le professioni dei sei figli: ben due costruttori, un architetto, un calciatore, una truccatrice e un’impiegata in un’azienda di assicurazione.

Dietro al banco, Stefania lavora insieme a Vincenzo: ha 38 anni, è cresciuta a Gallarate, in provincia di Varese ed è in Australia da 6 mesi. In Italia lavorava in una ditta di informatica come segretaria, ma qualcosa la rendeva insoddisfatta: ha deciso di raggiungere il fratello, trasferitosi a Brisbane già 7 anni prima. Per il momento ha ottenuto un visto come studente, che le permette di vivere qui frequentando un corso di inglese e di lavorare un massimo di 20 ore settimanali. Il prossimo anno intende fare richiesta per iscriversi all’università, nel corso di Turism and Hospitality.

Infine incontro Chiara, 23 anni di Lecco, fresca di laurea triennale in filosofia, in pieno anno sabatico. È venuta a conoscenza del Working Holiday Visa tramite il diffuso passaparola dalle sue parti e ha deciso di partire, lo scorso giugno, in attesa di decidere dove concludere gli studi. Da questo viaggio si aspetta soprattutto di migliorare il suo inglese e di trarne un’esperienza costruttiva.

Non ho potuto fare a meno di domandare ad ognuno di loro se hanno mai pensato o pensano mai di tornare a vivere in Italia: nessuno è sembrato entusiasta all’idea, ma tutti ne sentono una gran nostalgia.

LEGGI ANCHE: Australia, il viaggio: istruzioni per l’uso


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