“Golpe anti-Putin con i ceceni e i soldi degli oligarchi”. Ora Udaltsov rischia 10 anni

“Organizzazione di disordini di massa”. Questa l’accusa del procedimento penale che il Comitato investigativo russo ha aperto nei confronti di Sergei Udaltsov, attivista anti Putin che ora rischia fino a dieci anni di carcere. Tutto nasce da un docufilm del canale moscovita Ntv dal titolo “Anatomia di una protesta”, nel quale emergeva che Udaltsov era intenzionato a rovesciare il governo di Putin con l’appoggio di forze straniere, in particolare di un deputato georgiano e di Borodin, ex presidente della Banca di Mosca, ora in esilio in Gran Bretagna.

Secondo gli investigatori i video non sarebbero stati manipolati e la voce udibile nella testimonianza trasmessa all’interno del docufilm è proprio quella di Udaltsov, che avrebbe ad ogni modo confermato di aver avuto degli incontri con cittadini georgiani nell’estate 2012. Tra questi anche Georgy Vasilievich, a cui avrebbe chiesto finanziamenti per il Fronte di Sinistra.

Le accuse del documentario sono pesanti. Emergerebbe che Udaltsov fosse in procinto di assumere paramilitari ceceni per inscenare un attacco terroristico. E ancora, la rivoluzione sarebbe dovuta partire a Kaliningrad, esisterebbero campi di addestramento in Romania e in Lituania e Borodin avrebbe messo di tasca sua 50 milioni, più 150 -dice lo speaker del documentario – da raccogliere tra altri oligarchi epurati da Putin.

 


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