Parigi sfila contro la violenza sulle donne

Domenica scorsa, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, più di mille persone hanno sfilato per le strade di Parigi. Fra queste, femministe e politici richiamati dal Collettivo Nazionale per i diritti della donna; tutti scesi in campo per schierarsi contro un tabù che colpisce ogni giorno la società francese; un male che rimane troppo spesso nell’ombra: l’anno scorso in Francia, 122 di loro sono decedute per mano dei loro partner o ex-partner, secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Osservatorio Nazionale della criminalità e delle risposte penali (ONDRP). Cioè, in media, una ogni tre giorni. E a questo già di per sé tragico bilancio, si aggiungono oltre 54.000 casi di violenza coniugale, in base alle denunce ricevute, e, come se ancora non bastasse, il 22% delle donne di tutte le età afferma di essere stato vittima di violenza sessuale o tentata violenza sessuale. Stando ai sondaggi, questi episodi si verificano già nei confronti delle giovanissime: il 68% delle francesi fra i 18 e i 25 anni afferma di aver subito violenze di genere, comprese insulti e molestie, al di là degli atti più estremi. Eppure se, secondo le associazioni, 75 000 e 100 000 donne vengono violentante ogni anno, solo il 10% di loro lo dichiara. E’ per questo che l’attivista Clementine Autain ha affermato con decisione “Dobbiamo rompere il silenzio! Le vittime non hanno nulla di cui vergognarsi”. Il Governo, dal suo canto, ha annunciato la prossima attuazione di una serie di misure volte ad affrontare il problema, nell’ottica di quello che il Presidente François Hollande ha presentato come un “piano globale”, che prenderà il via con una campagna di informazione distribuita nei primi mesi del 2013. Un altro progetto, il sostegno delle vittime da parte di medici, poliziotti, giudici, insegnanti e assistenti sociali: il Ministro alle pari opportunità, Najat Belkacem-Vallaud, ha annunciato questo fine settimana l’istituzione di un corso di formazione nazionale destinato a tutte queste figure professionali. Un modo, secondo il ministro, per capire meglio le “strategie degli aggressori”, che consisterebbero nello scegliere una vittima, isolarla, umiliarla, terrorizzarla e convincerla di essere l’unica vera colpevole. Inoltre,sono state preparate iniziative destinate già alla scuola dell’infanzia e primaria, per iniziare a sensibilizzare i cittadini sin dalla più tenera età. Infine, sono stati facilitati i processi nelle situazioni di emergenza e l’accesso alle strutture di accoglienza per le donne costrette a lasciare le loro case.


Profilo dell'autore

Annamaria Bianco
Giornalista pubblicista dal 2012 e dallo stesso anno vagabonda fra Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Traduttrice, anche. Il cuore come il porto della sua Napoli, scrive per lo più di interculturalità e mondo arabo-islamico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti apprezzare anche

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.