Zul, il pittore ossessionato dalla biodiversità – fotogallery

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di Jemy Haryanto

Diventare pittore non è semplicemente saper muovere le mani con abilità. È necessario avere un talento di base, determinazione nell’anima ed acutezza mentale nel notare immediatamente l’oggetto da ritrarre. Inoltre è qualcosa di intuitivo. Si deve rafforzare la propria perspicacia mentale per andare avanti e poter così continuare ad amare i frutti del proprio lavoro.

È proprio questo ciò che ha fatto il 35enne Zulkiflie M. Sani, S. Sn, più comunemente chiamato Bang Zul MS, di Pontianak, in Borneo Occidentale.

“Sono appassionato di disegno sin dalla scuola materna. Ed a quel tempo i miei genitori mi aiutarono offrendomi strumenti da disegno. Mi hanno anche spesso trasmesso dei valori, ogni volta che riproducevo un dipinto per i miei familiari, veniva infatti affisso alla parete, e questo mi ha davvero motivato”.

Nel 1999 il grande dilemma: seguitare a dipingere o divenire un funzionario statale e uomo d’affari. “È come essere di fronte a dei ‘crateri lunari’. Quando viene proposto un lavoro, ogni individuo valuta se accettarlo o meno. Questo è il motivo per cui ero un po’ confuso sulla mia scelta in quel momento,” ha detto l’uomo, sfoderando un semplice sorriso.

Zul si fece di nuovo pensieroso. In cuor suo decise infine di rimanere sul sentiero idealista. Ne ha poi fatto un oggetto d’ossessione, facendo in modo di riproporre nelle sue opere la sua terra natia, a partire dalla natura, la cultura, le conoscenze locali sull’ambiente. Iniziò a chiamare a raccolta i pittori del Borneo Occidentale per tenere delle discussioni, al fine di cercare innovazioni nella pittura.

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“La prima idea che ebbi fu quella di invitare gli artisti ad intraprendere un’azione diretta sul campo. Ricordai che si sarebbe tenuto il rito annuale culturale ‘Robok-robok’, la mia sfida era di dipingere direttamente lì. Purtroppo, nessuno era disposto a farlo tra i pittori. Ma capisco, perché per dipingere in mezzo alla folla c’è bisogno di una grande forza mentale”. E allora lo ha fatto da solo.

La determinazione di Zul crebbe. Non era abbastanza ciò che aveva fatto sino a quel momento. Decise allora di esplorare ogni centimetro di territorio del Borneo Occidentale e di dipingere direttamente sul posto o ‘on the spot’, producendo moltissime opere. Città, villaggi, foreste, colline, montagne, valli, fiumi, mari, laghi, spiagge, flora, la fauna, tradizioni, cultura: tutto trasmesso attraverso i segni lasciati dalle pennellate, quasi a poter respirarne i luoghi.

“Il mio obiettivo è ritrarre la natura, la cultura del Borneo, la biodiversità. Il mio focus è registrare tutto ciò che accade attorno a me,” ha dichiarato Zul, il cui motto è ‘Ars longa vita brevis’, poiché la vita di un artista è limitata, ma le sue opere vivranno per sempre. Per realizzare ed esporre ogni sua opera ha in seguito fondato la Borneo Art Gallery a Pontianak, nel 2008.

Grazie al suo elegante stile impressionista, espressionista e realista, o una combinazione di tutti questi generi, i dipinti attirano molte persone interessate a comprarli. Ad esempio dal Canada, Inghilterra, Olanda, Germania, Spagna, Argentina, Giappone, Svizzera, Malesia, India e Filippine. “Sono più interessati ai dipinti dal tema naturale, culturale, anche dalla flora e fauna. Ma ricevo anche ordinazioni per ritratti di illustrazioni”.

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Di recente ha realizzato un dipinto di oranghi, dal titolo ‘The Last Orangutan’. Un’espressione di preoccupazione per la sorte di questi animali, che vanno inesorabilmente verso l’estinzione in Borneo. “Ritrae mamma orango con il figlio, che guardano al futuro. Ma non si sa se quel cucciolo rappresenterà forse l’ultima generazione di questi animali”.

Zul consiglia ai giovani artisti di continuare a creare opere. “E di dipingere per la vita, ma non dipingere per vivere. Perché se si fa arte per soldi, allora si dev’essere pronti ad essere presto delusi”.


Profilo dell'autore

Jemy Haryanto
Sono nato e vivo tutt'ora in Indonesia. Una nazione plurale, multiforme, con migliaia di isole, migliaia di tradizioni, di etnie, di lingue locali. Sono 11 anni che lavoro nel mondo del giornalismo, ho iniziato da un piccolo giornale locale, per poi diventare inviato televisivo per un'emittente nazionale. Ora, oltre a scrivere per Frontiere News, lavoro come giornalista full time per un rivista internazionale, e faccio anche il Freelance. Sono sposato con una donna italiana, che mi continua a dare l'energia per scrivere. Non sono un amante della politica, ma nei miei articoli cerco di trasmettere il mio amore per la natura, le tradizioni e le usanze dei popoli.
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