Siria, la guerra di al-Qaeda contro i civili curdi

Curdi in Siria - foto di archivio

Continuano senza accenno di sosta i crimini contro l’umanità commessi in Siria da gruppi legati ad al-Qaeda, prendendo di mira la popolazione civile curda. Sul terreno di guerra i combattenti curdi infliggono pesanti perdite a questi gruppi armati che di contro prendono di mira i civili. Il Fronte al-Nusra e lo Stato Islamico in Iraq e Levante (ISIS), legati ad al-Qaeda, hanno ucciso il 31 luglio almeno 50 civili curdi nei villaggi di Tal Hassel e Tall Aren, in provincia di Aleppo, e rapito (secondo quanto citato dall’Osservatorio siriano dei diritti umani, una ong legata all’opposizione) altri 200.

Il 1 agosto, 20 tra donne e bambini curdi intenzionati a scappare dai jihadisti all’interno di un furgone, sono stati brutalmente uccisi a Tall Aren, tramite la contraerea. Di fronte a tutto questo la comunità internazionale continua a chiudere gli occhi, di fatto solo la Russia ha condannato gli attacchi con un comunicato del Ministro degli Affari Esteri fatto pervenire da Mosca.

Fonti locali affermano come durante questo periodo le moschee di Tall Hassel e Tall Aren, sotto controllo di jihadisti, invitavano dai loro altoparlanti allo stupro ed al massacro in quanto le proprietà e le donne curde sarebbero “halal”, costringendo migliaia di civili a fuggire verso il deserto per salvarsi la vita.

Come già ribadito, nessuno stato dell’Unione Europea ha condannato questo massacro, nemmeno Stati Uniti e Turchia; Turchia che insieme ad altri paesi stranieri sostiene apertamente alcuni gruppi connessi ad Al-Qaeda e all’ESL, questi ricevono armi e rinforzi, o combattenti stranieri, dalle frontiere turche e iraqene per condurre la guerra contro i curdi.

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Il Fronte Al Nusra e l’ISIS hanno bombardato il 2 agosto la città curda di Rass al-Ain ferendo 4 cittadini scatenando la reazione dell’unità di Protezione del Popolo Curdo (YPG) che con una grande operazione contro le basi di Al-Qaeda e Tall Halaf ha provocato 35 morti e 10 feriti.

Altri 20 jihadisti sono stati uccisi il 2 Agosto da combattenti delle YPG nelle vicinanze del villaggio di Girok, considerato fortezza di Al-Qaeda, vicino alla cittadina di Girke Leke in Kurdistan Occidentale, il territorio curdo della Siria. I combattenti curdi avevano annunciato di aver ucciso 69 jihadisti nella notte tra il 31 Luglio ed il 1 Agosto nelle regioni di Girke Leke e Tirbespiye, in Kurdistan Occidentale.

Due combattenti curdi avrebbero inoltre perso la vita, secondo il comunicato delle YPG. Dal 16 luglio, risultano centinaia i jihadisti uccisi dai combattenti curdi.

Secondo l’agenzia di stampa kurda ANHA, la decisione di attaccare i curdi sarebbe stata presa durante la riunione dell’Esercito Siriano Libero, avvenuta il 26 luglio a Gaziantep in Turchia, alla quale hanno parteciparo 70 comandanti dell’opposizione siriana. Il capo del Consiglio Militare dell’ESL, Abdul Jabar al-Akidi, avrebbe detto che è il momento di “cacciare i curdi”. In un filmato, un altro membro del Consiglio Militare, Abdul Jabar al-Iqeli, afferma che l’ESL non è contro i curdi bensì contro il principale partito curdo PYD.

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 Alex Bizzarri


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