Pd e diritti umani: cosa dicono i candidati su politica estera, migrazione e sociale?

Cosa dicono i quattro candidati alle primarie del Pd su politica estera, immigrazione e politiche sociali? Abbiamo (con fatica) spulciato i loro programmi, tra belle promesse, clamorose mancanze e qualche politichese di troppo. Il risultato? Civati il più completo su politica estera, diritto alla cittadinanza e diritti civili più in generali; alcune prospettive interessanti da Cuperlo, ma non convince la moderazione sugli F35; dal canto suo Renzi ritorna sullo ius soli anche se la sua visione della politica estera risulta estremamente eurocentrica; lo stesso dicasi per Pittella, che nel suo programma cita Pasolini e Morin ma dimentica completamente cittadinanza e politiche migratorie. A cura di Alex Bizzarri, Francesco Caselli, Joshua Evangelista e Monica Ranieri.

Giuseppe Civati

Politica estera. La mozione propone la valorizzazione del ruolo dell’opinione pubblica globale attraverso la costituzione di un’Assemblea parlamentare che integri (per poi progressivamente sostituire) l’Assemblea Generale dell’Onu e che includa rappresentanti dei cittadini, dunque delle minoranze e non solo delle maggioranze. Sottolinea inoltre la necessità dell’abbandono di una costosa politica di difesa, a partire dall’affaire F-35, della riforma della Corte di giustizia internazionale e della Corte penale internazionale, della creazione di nuove agenzie mondiali focalizzate su materie come sviluppo sostenibile ed equo, protezione ambientale, disarmo, del passaggio dalla moratoria universale della pena di morte alla sua piena abolizione e della riforma del Consiglio di Sicurezza Onu (rappresentanza paritaria a tutti i continenti). Partendo dal caso siriano promuove l’adozione di un approccio realista e pacifista attraverso una coerente strategia diplomatica.

Immigrazione. Si parte dalla necessità di elaborare una legge organica all’interno della Ue sul diritto di asilo, ma il programma è dettagliato e prevede: l’ istituzione di un corridoio umanitario e creazione di canali comuni di emigrazione legale di concerto con le agenzie specializzate dell’Onu, la predisposizione di nuove modalità per l’ingresso per lavoro, l’assorbimento e la prevenzione dell’immigrazione irregolare, il contrasto allo sfruttamento e alla speculazione sulla stessa, l’ampliamento della durata del permesso di soggiorno, il trasferimento della competenza del rilascio agli Enti Locali, la sburocratizzazione della permanenza regolare dei migranti sul territorio italiano, l’agevolazione del riconoscimento dei titoli di studio, la possibilità di iscriversi agli ordini professionali se in possesso dei titoli, la possibilità di entrare nelle politiche attive del lavoro come lavoratori qualificati. Per evitare la ricattabilità dei migranti irregolari viene prevista l’introduzione della figura dello sponsor, la possibilità di concedere regolarizzazioni ‘dedicate’ sulla base di requisiti più flessibili (reddito e lavoro stabile, collegamenti familiari, durata del soggiorno, assenza di condanne penali), oltre che la concessione per motivi umanitari come previsto dalla normativa sull’asilo. Inoltre si ritiene necessaria la revisione della disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni in materia di immigrazione, il superamento definitivo dei Cie, una nuova disciplina per l’acquisizione della cittadinanza (lo ius soli per i figli dell’immigrazione e abbassamento del periodo di residenza in Italia per l’ottenimento da parte degli immigrati di prima generazione), l’introduzione del diritto di voto alle elezioni amministrative per valorizzare e responsabilizzare le risorse sociali di cui gli immigrati sono portatori, la piena attuazione del diritto costituzionale alla libertà religiosa ed il ripristino del Fondo Nazionale per l’Integrazione nelle funzioni per cui era stato previsto.

Politiche sociali. La parola chiave è autodeterminazione, alla quale si legano la proposta di estendere il matrimonio civile alle coppie formate da persone dello stesso sesso e di riconoscere pubblicamente delle unioni civili per coppie dello stesso sesso o di sesso diverso, attraverso una normativa differente da quella del matrimonio. Sempre con riguardo alla famiglia si propone l’estensione al partner o al genitore non biologico della co-responsabilità sul minore e l’estensione della possibilità di adozione a persone singole o alle coppie formate da persone dello stesso sesso, oltre alla promozione della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Rientrano in questo capitolo anche la promozione del testamento biologico, l’eliminazione dal servizio sanitario nazionale dei confini assistenziali di tipo economico, etnico-razziale e sessuale, il cambiamento della legge 40 sulla fecondazione assistita, il miglioramento della diffusione di informazioni sulle misure di contraccezione, il potenziamento dei consultori familiari, la revisione del sistema di accesso alle prestazioni e benefici sulla scia del recepimento della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ed il finanziamento dei fondi politiche sociali e non autosufficienza. Ampio spazio è accordato a quella che attraverso un rovesciamento di prospettiva viene ribattezzata come “questione maschile” e la cui soluzione nel concreto prevede: dialogo e finanziamento dei centri e delle associazioni antiviolenza ed una serie di misure trasversali di educazione e formazione, incluso il sostegno all’accompagnamento e alla terapia degli stalker e dei sex offender per prevenire l’escalation delle violenze fino al femminicidio, la promozione di forme di dis-organizzazione del lavoro – dalla flessibilizzazione alle postazioni in remoto – che rendano più prossimi lavoro e vita, la rimozione di ostacoli al credito per le donne, e l’introduzione di una struttura della tassazione che incoraggi il ricorso al lavoro femminile e l’estensione dei congedi obbligatori anche per i padri. La rivoluzione culturale proposta da Civati, che include proposte per il rilancio di scuola, università e ricerca, assegna un ruolo di peso anche al contrasto delle tre forme di divario digitale (infrastrutturale, economico e culturale).

Gianni Cuperlo

Politica estera. Si legge nel suo programma “L’Ue deve diventare un vero attore globale in grado di perseguire nel mondo una linea di pace, di cooperazione, di promozione dei dritti e di lotta alla povertà. Occorre sviluppare un approccio integrato alle relazioni esterne fondato sul primato della politica, del dialogo e della cooperazione allo sviluppo. E al tempo stesso bisogna procedere con decisione sulla strada della costruzione di una vera difesa comune europea, che superi le attuali anacronistiche duplicazioni di 28 sistemi nazionali e consenta di ridurre le spese militari e di migliorare le capacità e la proiezione strategica dell’Unione. L’impegno a ridurre in modo significativo il programma italiano sugli F35 va iscritto in questa politica”.

Immigrazione. Abolizione e sostituzione della Bossi-Fini e cancellazione del reato di immigrazione clandestina. Garantire un corridoio umanitario per profughi di guerra e perseguitati politici. “Bisogna chiudere una stagione in cui le politiche migratorie sono state prevalentemente politiche di sicurezza, declinate in chiave nazionale nel controllo delle frontiere e nelle politiche di respingimento” scrive nel suo programma. “Per questo è necessario che il principio di solidarietà e di una ripartizione equa delle responsabilità, previsto dal Trattato di Lisbona, deve divenire per l’Unione Europea la stella polare per la revisione delle strategie di immigrazione e asilo”. Oltre ad offrire protezione l’Europa dovrebbe rafforzare il coordinamento delle forze di polizia e delle magistrature nazionali per stroncare il traffico di persone e le organizzazioni criminali che le controllano. In materia di seconde generazioni, il candidato sostiene la cittadinanza italiana per i figli di immigrati nati in Italia.

Politiche sociali. Lotta alla povertà attraverso il Reddito minimo di inserimento, introdotto in maniera graduale a partire dai casi di povertà assoluta. Portare il deficit dal 2,5 previsto al 2,7 per destinare circa 3 miliardi agli esodati e all’occupazione giovanile. Da rivedere anche il sostegno alla responsabilità familiare, dato che in Italia spesso il peso è caricato sulle spalle delle donne, per questo motivo bisogna investire in politiche di condivisione e di sostegno al lavoro di cura attraverso servizi sociali, asili nidi e congedi parentali. Interventi anche sul sistema sociosanitario, per prevenire, rallentare e prendere in carico la condizioni di non autosufficienza in particolare degli anziani.

Matteo Renzi

Politica estera. Grande rilevanza al possibile sviluppo politico dell’Europa in previsione della guida del semestre europeo da parte dell’Italia nel 2014, il sindaco di Firenze manifesta l’intento di contribuire a creare un Europa “dei popoli” unita non soltanto da legami tecnici e burocratici; in quest’ottica auspica di poter chiedere all’Europa di modificare il proprio aspetto tecnocratico ponendo fine alle politiche di euro-austerity. Un punto programmatico è quello di spingere verso l’unificazione federale dell’UE, rafforzando l’identità europea dei membri e creando una diplomazia comune. Nello specifico Renzi propone che si dia maggiore potere al parlamento europeo, risorse certe ed autonome per il bilancio UE, l’elezione diretta del Presidente Europeo e poteri esecutivi per la Commissione nonché la progressiva equiparazione della Banca Centrale Europea a vero e proprio custode della moneta unica, sul modello della Federal Reserve Statunitense. Propone inoltre il servizio civile continentale, la progressiva integrazione delle politiche del lavoro e una maggiore implementazione di scambi studenteschi e universitari. Infine Renzi auspica, trovando “immondo” che all’interno dell’UE si abbiano posizioni differenti di fronte alle emergenze di Siria ed Egitto, che come PD si solleciti l’Europa a far sentire la propria voce unitaria in ambito di politica estera, dando un’attenzione non saltuaria alle emergenze umanitarie, alle guerre civili e ai conflitti dimenticati di modo da far rispettare i diritti umani laddove vengano lesi; in tal senso l’aspirante leader del centro-sinistra si dice preoccupato di come Bengasi stia diventando il quartier generale di Al Qaeda nel silenzio della discussione politica e nel ricordo apparentemente svanito della primavera araba.

Immigrazione
Secondo il candidato alla segreteria va chiesto all’Europa di considerare il Mediterraneo il “mare nostrum” e di dialogare con le sponde africane con un linguaggio nuovo di cooperazione ma anche di potenziale sviluppo, come accaduto negli anni 90 con l’Adriatico durante la crisi umanitaria in Albania. Renzi dichiara di voler abolire la Bossi-Fini, definita il trionfo della cultura della paura, e si dice a favore del diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia modificando così la sua precedente preferenza allo “ius sanguinus”.

Politiche sociali
La proposta è quella di dare maggior risalto alla creazione dei posti di lavoro oltre che alla loro difesa, per attuare questo Renzi propone di modificare la formazione professionale e il codice legislativo legato al lavoro riducendo le 2.100 leggi sul lavoro in 60-70 articoli traducibili in inglese di modo da poter attrarre investimenti internazionali. Renzi è, tra i candidati alle primarie, il meno critico nei confronti della riforma Fornero sulle pensioni ritenendo come fosse giusto intervenire nel sistema previdenziale italiano aggiustando le norme sul lavoro e rivedendo lo Statuto dei lavoratori, salvo la difesa dei diritti dei lavoratori che deve restare intoccabile. Tra le proposte vi è anche quella della modifica della spesa pubblica, garantendo più diritti a chi non ne ha, considerata prioritaria per il nostro welfare che a detta del candidato è rimasto incentrato sulla difesa di alcune categorie e non di altre. Renzi propone infine di affrontare la questione delle condizioni di vita nelle carceri, riformando la Fini-Giovanardi e implementando sistemi alternativi alla detenzione.

Gianni Pittella

Politica estera. “L’Europa è la comunità di destino a cui il nostro Paese appartiene. Il Partito Democratico deve diventare la più grande forza europeista d’Europa, la prima formazione a mettere al centro della sua battaglia politica la costruzione degli Stati Uniti d’Europa”. La costruzione dell’Europa unita diventa quindi priorità assoluta. Proposta di riforma delle istituzioni: Parlamento europeo e Consiglio devono diventare co-legislatori mentre la Commissione deve assumere un ruolo esecutivo. Revisione radicale dei dispostivi alla base della politica di bilancio europea e superamento del limite del 3% nel rapporto tra deficit e PIL. 

Immigrazione. Non sono previste attività specifiche.

Politiche sociali. Secondo Pittella lo stato non può farsi carico di tutti problemi del Paese: “né le istituzioni, né i partiti, né le organizzazioni sociali possono essere autosufficienti”. La soluzione? Investire nel terzo settore. “Volontariato, associazionismo, cooperazione sociale sono un argine alla frammentazione sociale e un motore di partecipazione, laboratorio dell’innovazione del welfare, volano di nuovo sviluppo economico e di stabile occupazione, cantiere di nuova cittadinanza democratica”. Per farlo occorre una riforma delle norme sull’impresa sociale e promuovere una legislazione che favorisca ai diversi livelli territoriali la condivisione e la collaborazione tra PA, imprese e imprese sociali e del terzo settore. In aggiunta, serve una “stabilizzazione del 5 per mille effettivo”.Il tema della sostenibilità rappresenta l’ombrello sotto il quale ridefinire gli obiettivi e le strategie per un futuro progresso nuovo e compatibile con la natura.
“Come presupposto di fondo occorrerebbe divenire tutti consapevoli, in Italia e nel mondo, come ricorda Morin, di avere un destino, un’identità e un’origine terrestre comune e permettere a ognuno di soddisfare i propri bisogni materiali con sobrietà e vivere bene dal punto di vista qualitativo, dell’essere e non dell’avere, con il desiderio congiunto dell’autonomia e della comunità con l’altro, con amore, valorizzando e attuando i concetti di empatia, dono, reciprocità e gratuità”. Per questo è necessario realizzare una politica di coesione della comunità italiana basata sulla condivisione delle risorse, delle responsabilità e delle opportunità per raggiungere gli obiettivi per vivere in un Paese sostenibile ambientalmente, socialmente, economicamente, istituzionalmente e culturalmente.


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