Ebola, è emergenza di salute pubblica internazionale

Continuano a crescere i casi in Guinea Conakry, Sierra Leone, Liberia e Nigeria. L’Organizzazione Mondiale della Sanità esorta tutti i Paesi in cui c’è trasmissione del virus a dichiarare lo stato di emergenza nazionale. Di Federica Iezzi

Il segretario generale dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, Margaret Chan, ha disegnato l’epidemia di ebola, attualmente in corso in Africa Occidentale, come un’emergenza di salute pubblica internazionale. È il risultato del primo incontro del comitato d’emergenza sullo stato dell’epidemia di ebola, convocato dall’OMS, lo scorso 8 agosto.

Intanto, trovato il focolaio di partenza della peggiore epidemia degli ultimi 40 anni. Si tratta di un bambino morto lo scorso dicembre, a Guèckèdou, in Guinea Conakry, vicino il confine con Sierra Leone e Liberia.

Dopo la Liberia, anche in Nigeria, il ministro della Sanità Onyebuchi Chukwu, ha dichiarato lo stato di emergenza per il virus ebola. Risale a fine luglio il primo caso nel Paese più popolato dell’Africa. È quello di un uomo liberiano di 40 anni, morto in un ospedale a Lagos, dopo la verifica positiva di laboratorio, per l’infezione da virus ebola. Ad oggi documentati 13 casi e due decessi, in Nigeria.

Tra il 7 e il 9 agosto scorsi, contati 69 nuovi casi di infezione dal virus della febbre emorragica. Riportati 52 morti tra Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. In Guinea, 11 nuovi caso e 6 morti. In Liberia 45 nuovi contagi, accertati in laboratorio, e 29 decessi. In Nigeria nessun nuovo caso. In Sierra Leone 13 nuovi casi con 17 morti.

È proprio in Sierra Leone, la peggior situazione, dove sono stati chiusi i cinema e gli stadi e ci sono forti limitazioni alla circolazione. Totale di 656 contagi confermati che hanno provocato la morte di 276 persone.

Il gruppo di esperti convocato dall’OMS, ha iniziato la ricerca di trattamenti sperimentali per combattere la veloce diffusione del virus in Africa Occidentale. In questo momento, non ci sono farmaci registrati o vaccini contro il virus ebola. Diverse opzioni sperimentali sono attualmente in fase di sviluppo.

Secondo Jean-Marie Okwo Bèlè, direttore del dipartimento di immunizzazione del’OMS, si arriverebbe ad un vaccino preventivo nel 2015.

Va invece avanti il trattamento sperimentale con ZMapp contro il virus ebola, applicato ai due cittadini americani infettati in Liberia. Il farmaco era entrato anche in Spagna, per la cura del sacerdote spagnolo di ritorno dalla Liberia dopo 50 anni, morto in queste ore.

Ormai i contagi sono arrivati a 1848 nei quattro Paesi. 1013 i decessi.

Secondo l’OMS non sono necessarie restrizioni internazionali ai viaggi per evitare i contagi da ebola, ma le raccomandazioni prevedono test a tutti i passeggeri di porti e aeroporti in uscita dai paesi dove l’epidemia è presente.

Continuano le misure preventive contro la folle corsa del virus nell’Africa Occidentale. Al lavoro decine di medici delle autorità sanitarie locali, supportati dagli esperti internazionali.


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