È di 3,9 miliardi di euro la differenza positiva tra le spese e le entrate che hanno come matrice la presenza di stranieri in Italia. È quanto emerge dalla ricerca “Il valore dell’immigrazione”, portata avanti dalla Fondazione Leone Moressa con il sostegno di Open Society Foundations.

Come riporta Francesca Bellino su ANSAmed citando i dati della ricerca, “gli stranieri in Italia producono l’8,8% della ricchezza nazionale, per una cifra complessiva di oltre 123 miliardi di euro”.  “L’immigrazione è un fattore strutturale della società italiana, non emergenziale, né marginale. E soprattutto non è un problema, anzi è un business”, ha commentato Enrico Di Pasquale, ricercatore della Fondazione Moressa. “L’obiettivo del volume da noi realizzato è stato quello di confrontare l’immagine dell’immigrazione trasmessa dalla stampa all’opinione pubblica con quella reale e offrire una fotografia quanto più realistica possibile”, ha aggiunto Di Pasquale.

Dalla ricerca emerge che nel solo 2013 ci sono stati oltre 600mila imprenditori stranieri, ossia 3,5 milioni di contribuenti. “Purtroppo l’informazione italiana trascura ancora il contributo economico dell’immigrazione al nostro sistema nazionale, focalizzando la narrazione soprattutto sui fatti di cronaca e sugli sbarchi”, ha sottolineato Di Pasquale.

Nonostante la crisi, i 2,4 milioni di lavoratori stranieri (con un tasso di occupazione del 57,1%) rappresentano il 10,8% del totale dei lavoratori. Vita.it sottolinea che i 123 miliardi prodotti arriva per quasi il 50% dai servizi – in particolare badanti e colf – poco più del 20% dal settore manifatturiero, seguono le costrizioni. L’agricoltura è l’ultimo settore con un 3%.

“Il dibattito sull’immigrazione assume spesso toni ideologici, polarizzando la questione su posizioni inconciliabili che portano l’opinione pubblica ad essere o “a favore” o “contro” l’immigrazione. Oggi, invece, da un punto di vista strettamente economico”, hanno spiegato i ricercatori, “non si può sottovalutare l’apporto che il fenomeno migratorio genera in termini di ricchezza e sviluppo”.