Essere bambini afghani in Iran

di Tiziana Ciavardini, antropologa

L’Iran è uno dei primi paesi che accolgono i rifugiati nel mondo, la maggior parte provenienti dall’Afghanistan. Si stima infatti che in Iran gli immigrati afghani clandestini siano circa 1,400.000 -2.000.000. Queste cifre unite al numero della popolazione di rifugiati ufficialmente registrati sale complessivamente a 2.400.000 – 3.000.000. Di questi almeno 800.000 sono bambini. Per aiutare l’integrazione e aumentare il livello di alfabetizzazione delle giovani generazioni di afghani in Iran la Guida Suprema Ayatollah Kamenei ha ordinato che tutti i bambini afghani vengano registrati e sia a loro consentita l’istruzione indipendentemente dal loro status di residenza. Proprio dal 3 al 7 agosto gli Afghani hanno dovuto registrare i propri figli presso le scuole statali iraniane. Al momento circa  350.000 scolari afghani frequentano legalmente la scuola in Iran, mentre circa 500.000 non sono a scuola ma spesso si vedono per le città a chiedere elemosina. Gli afghani in Iran risiedono principalmente nelle aree urbane e solo il 3% vive nei campi profughi.


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L’obbligo della frequenza per i bambini afghani era già stata decisa qualche mese fa, ma la dichiarazione ufficiale é arrivata soltanto nel mese di giugno. L’agenzia di stampa iraniana Tasnim News Agency ha per prima rilasciato le dichiarazione della Guida Suprema: “Nessun bambino afghano, compresi quelli entrati illegalmente in Iran e senza documenti può esentarsi da una corretta istruzione. Tutti devono essere registrati nelle scuole iraniane”. Il portavoce per l’amministrazione di Hassan Rouhani, Mohammad-Bagher Nobakth, ha detto che il Ministero della pubblica Istruzione si impegnerà per portare avanti l’ordine della Guida Suprema e centinaia di migliaia di bambini dovranno attenersi alla decisione del Leader Sommo Khamenei.

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bambino afghano iran agosto

 

Dopo l’ordine della Guida Suprema, la registrazione degli studenti afghani nelle scuole iraniane è aumentata di oltre il 10 per cento. Purtroppo alcune scuole iraniane stanno ancora rifiutando molti bambini afghani, nonostante l’obbligo del leader supremo. Secondo il giornale iraniano Etemad molte scuole non vogliono accettare i bambini afghani. Le scuse da parte delle scuole per l’inadempimento di tale mandato vanno dalla mancanza di aule, alla mancata ricezione di direttive dal Ministero della Pubblica Istruzione fino alla semplice motivazione di non avere ricevuto direttive in merito. Le motivazioni reali sono ben altre. Per decenni seppur accettati in Iran quali rifugiati gli afghani sono stati spesso discriminati. I bambini sono spesso stati considerati di serie b. Già lo scorso anno il rapporto Human Rights Watch aveva messo in luce alcune violazioni delle forze di sicurezza iraniane contro i minori migranti non accompagnati. Purtroppo le sanzioni imposte per troppi anni all’Iran a causa del programma nucleare hanno penalizzato anche le operazioni umanitarie. Il sempre più crescente numero dei migranti afghani unito alle difficoltà economiche che l’Iran ha affrontato negli ultimi decenni ha reso impossibile per alcuni afghani la rivendicazione dello status di rifugiato che avrebbe dato loro diritti giuridici internazionali e l’accesso agli aiuti, cure mediche e istruzione. Con il successo degli accordi di Vienna e la totale rimozione dell’embargo prevista per i prossimi mesi anche la popolazione afghana residente in Iran potrà forse beneficiare di nuove iniziative volte a migliora e lo status attuale.

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Gli afghani sono stati perseguitati sotto l’occupazione sovietica, che ha coinciso in parte con la Rivoluzione Iraniana del 1979 spingendo molti di  loro a cercare rifugio nella Repubblica islamica. Per due decenni, il governo dell’Iran ha fornito agli afghani gli stessi benefici dati alle classi meno abbienti iraniane come l’istruzione pubblica gratuita, l’assistenza sanitaria e sussidi alimentari. Molto spesso si é parlato di come gli afghani abbiano tolto il lavoro agli iraniani causando la disoccupazione tra gli iraniani.  In effetti la popolazione afghana ha riempito un vuoto nel mercato del lavoro in Iran. Molti hanno preso lavori a bassa retribuzione con poca o quasi totale assenza di sicurezza. Il Ministro Abdolreza Rahmani Fazli, Ministro degli Interni Iraniano, ha dichiarato che al contrario i posti di lavoro che gli afghani hanno preso, non sono il tipo di lavoro che sarebbe stato fatto da lavoratori iraniani.

Seppur i meriti dell’obbligo a scuola ai bambini afghani vanno alla Guida Suprema é interessante notare come in Italia già due anni fa venne avanzata una petizione su Change.org da parte di un medico iraniano residente in Italia. Nella lettera all’Unicef Italia di chiedeva di sollecitare il governo Iraniano a non impedire ai figli degli afghani clandestini in Iran di studiare. Si chiedeva la stessa istruzione gratuita come per ogni bambino iraniano. Oggi l’Iran vive una nuova era anche sotto questo aspetto. L’Iran non vedrà più bambini scalzi in condizione climatiche impervie aggirarsi per le strade trafficate e inondate da smog. La Repubblica islamica da ora garantisce ai bambini un diritto inviolabile quello dell’istruzione che é indipendente dalla loro situazione economica, razziale o religiosa.

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Profilo dell'autore

Tiziana Ciavardini
Antropologa culturale e giornalista Italiana di fama internazionale. Ha studiato presso l’Università La Sapienza di Roma e si é dedicata in passato allo studio di diverse religioni. É stata ricercatrice ed ha insegnato presso il Dipartimento di Antropologia nella Facoltà di Scienze Sociali dell’Università Cinese di Hong Kong. Attualmente é Presidente dell’Ancis Anthropology Forum con sede a Roma: un’associazione culturale volta al dialogo tra le religioni e le culture. Autrice di numerose pubblicazioni accademiche e articoli di attualità, Tiziana ha trascorso più di 23 anni in diversi paesi: ha vissuto in Medio Oriente, in Estremo Oriente e nel Sud Est Asiatico. Da quando Hassan Rohani ha assunto l’incarico di Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Ciavardini ha iniziato a seguire gli eventi ed i programmi della sua nuova amministrazione. Collabora regolarmente con il sito online di Repubblica nella sezione Mondo Solidale. Alcuni dei suoi articoli pubblicati su Repubblica.it sono stati tradotti in persiano e pubblicati su numerosi giornali iraniani.

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