L’amore fa paura ai regimi

Tel Aviv proibisce l’utilizzo nelle scuole del libro “Borderlife”, scritto dall’apprezzatissima Dorit Rabinyan, perché racconta della relazione tra una donna israeliana e un uomo palestinese, “minando l’identità ebraica” dello Stato di Israele.

È una storia d’amore tra una donna israeliana e un uomo palestinese, quella che il Ministero dell’Istruzione israeliano ha proibito nelle scuole. La sua “colpa”, promuovere l’unione tra i due popoli e minare la distinta identità degli ebrei israeliani.

Questa è stata solo l’ultima controversa decisione del Ministero, che fa capo a Naftali Bennett, tra i più radicali di quello che è stato definito come “il più estremo governo di destra della storia israeliana”. Soltanto poche settimane fa aveva impedito ai membri di Breaking the Silence (una organizzazione di ex-soldati che si batte per far conoscere l’operato delle truppe israeliane nei territori occupati) di parlare agli alunni. E il mese scorso il Ministero aveva persino adottato un nuovo testo di educazione civica che vedeva come un valore il fatto che, nella bilancia politica, il carattere di “Stato ebraico” di Israele fosse a netto discapito della sua democraticità.

Il libro era stato inizialmente introdotto nei corsi di letteratura su esplicita richiesta dei docenti. Un comitato composto anche da ricercatori ed ex insegnanti, dopo averlo analizzato, lo ha ritenuto più che appropriato. Ma la decisione del comitato è stata bypassata dalle dirigenze ministeriali.

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Dalia Fenig, portavoce del Ministero, ha giustificato la decisione in un comunicato secondo cui il libro spingerebbe gli studenti a intraprendere relazioni con arabi: “Gran parte della società vede come una minaccia all’identità le relazioni intime tra ebrei e non-ebrei, così come la loro istituzionalizzazione attraverso il matrimonio e la fondazione di una famiglia. Gli adolescenti non hanno ancora la visione che li spinge a conservare l’identità della nazione”.

Noam Arnon, leader dei coloni a Hebron, ha commentato la decisione del Ministero dichiarando che “coloro che comprendono la missione del popolo ebraico vogliono che anche la generazione successiva sia ebrea”.


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