Canale di Sicilia, crocevia per la libertà

E’ il 2014, nei porti calabresi di Corigliano, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia Marina avvengono i primi trasbordi dei migranti miracolosamente tratti in salvo dai soccorritori nel Canale di Sicilia. Ewa Gluszak Castagna, una fotografa polacca originaria di Starograd Gdansky decide concentrare il suo lavoro artistico su di loro dopo che dalla finestra della sua casa a Pizzo Calabro un sbarco di profughi, salvati dalla Marina militare italiana.

Il suo primo progetto è una collaborazione fotografica con l’artista danese Nikolaj Bendix Skyum Larsen, che si trova a Pizzo per un’istallazione di 48 sculture rappresentanti i corpi senza vita delle vittime di un naufragio sul Canale di Sicilia, nel suo, “End of dreams”. L’inizio, spiega Ewa, di quello che sarà il suo progetto più importante.

“Non è facile descrivere quale tipo di emozioni può percepire il cuore in queste situazioni, mentre si ha a che fare con persone sopravvissute dopo una fuga dall’inferno. Mali, Senegal, Gambia, Nigeria, Sudan, Eritrea, Etiopia, Somalia, Siria e Afghanistan sono solo alcuni esempi dei paesi dai quali uomini e donne, adulti e bambini, fuggono mettendo a repentaglio le loro vite per raggiungere la libertà.

“Find to liberty”, questo il nome dell’attuale progetto dell’artista, nasce proprio da questa esigenza. Non si tratta semplicemente di una raccolta di fotografie, ma di pezzi di un mosaico che sarà Storia per le prossime generazioni. “In queste immagini la storia può essere guardata negli occhi, attraverso uno sguardo stanco, impaurito o felice”.

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Nel 2015 “gli scatti della speranza” di Ewa Gluszak Castagna hanno ottenuto notevole riscontro di pubblico e di critica. In particolare sono stati in mostra presso l’Istituto Polacco di Cultura di Roma durante il Premio Vieira de Mello (vinto dal medico di Lampedusa Pietro Bartolo, protagonista del film “Fuocammare” di Gianfranco Rosi, Orso d’Oro a Berlino). A breve partirà un tour internazionale dell’esposizione.


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