Campi rom a 5 stelle

La preoccupazione dell’Associazione 21 luglio: «Dopo che nel 2015 erano state azzerate le risorse per la gestione dei campi rom, con la nuova Amministrazione si sta riattivando un flusso economico di 12 milioni di euro. Si sta riformando l’humus nel quale è cresciuto il “sistema campi” di Mafia Capitale».

Di Associazione 21 luglio

I primi 100 giorni costituiscono per ogni Amministrazione Comunale un’occasione per tracciare un bilancio sull’eredità raccolta e per delineare linee programmatiche secondo macro obiettivi chiari e definiti. Associazione 21 luglio, nel rileggere i primi 100 giorni della Giunta Raggi e le politiche espresse in relazione alle baraccopoli presenti nella Capitale, manifesta delusione e una profonda preoccupazioneper il rischio che, in presenza di linee politiche poco chiare e di azioni contraddittorie, possa ricrearsi l’humus in cui è nato e si è consolidato il “sistema campi” venuto alla luce nell’inchiesta denominata “Mafia Capitale”.

Le premesse non erano state incoraggianti. La campagna elettorale che ha preceduto l’elezione del sindaco di Roma è stata caratterizzata dall’obiettivo quasi comune a tutti i candidati di “superare le baraccopoli”, accompagnato tuttavia dall’assenza di tempi certi e di azioni definite.

Dopo le elezioni, il 21 luglio 2016 la Giunta Capitolina ha approvato le “Linee programmatiche 2016-2020 per il Governo di Roma Capitale”. In due occasioni si parla del “superamento dei campi” e in entrambi i casi, in assenza di un piano strategico definito, gli obiettivi vengono confusi con le azioni e gli strumenti. In assenza di linee politiche chiare, nei primi 100 giorni della Giunta Raggi si è assistito a una serie di azioni che destano preoccupazione.

L’8 luglio 2016, attraverso il sito ufficiale, il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale ha indetto una “Gara per il reperimento di un’area attrezzata” per soli rom. Il concorrente – si legge nel bando – dovrà mettere a disposizione «un’area attrezzata per l’accoglienza e soggiorno temporaneo di 120 nuclei familiari di cui 109 attualmente ospiti presso il Villaggio River», per un appalto che avrà come importo complessivo posto a base di gara di 1.549.484 euro e che avrà decorrenza dal 1° ottobre 2016 per terminare il 31 dicembre 2017. Il 9 agosto l’Assemblea Capitolina ha bocciato una mozione nella quale veniva chiesto il ritiro del bando.

Il 25 agosto si è svolto presso il Dipartimento Politiche Sociali il primo incontro ufficiale sulla “questione rom” preparatorio al Tavolo per l’inclusione dei rom convocato dall’assessore Laura Baldasarre. Dopo anni di assenza, tra gli invitati sono riapparsi alcuni sedicenti “rappresentanti rom”: autoproclamatisi tali o nominati nella passata amministrazione a guida Alemanno al fine di ridurre a mera formalità l’effettiva partecipazione dei rom alle decisioni che influiscono sul loro futuro. Gli stessi, al termine dell’incontro, sono stati invitati a redigere rapporti sulle condizioni strutturali degli insediamenti, con il rischio che nuovamente potranno assurgere al ruolo di filtro e proteggere gli interessi di pochi a discapito delle istanze di quei nuclei famigliari maggiormente vulnerabili che ancora attendono di riuscire a far sentire la propria voce.

Il 20 settembre si è proceduto all’apertura delle offerte relative alla Gara per la gestione di 6 baraccopoli istituzionali, denominati “villaggi” per un importo lordo superiore ai 6 milioni di euro. Il servizio prevede la riproposizione delle medesime mansioni svolte negli insediamenti fino al 2014 inasprendo le regole sicuritarie già stabilite nel periodo della “Emergenza Nomadi” e dichiarate incostituzionali dal TAR del Lazio nel 2009.

Secondo Associazione 21 luglio la legittimazione operata nei confronti dei sedicenti rappresentanti rom e la contestuale riproposizione di bandi milionari – nei quali le voci di spesa destinate all’inclusione sono minime e non è possibile rintracciare indicatori concreti in linea con il dichiarato obiettivo di superare le baraccopoli – rappresentano fatti estremamente gravi volti a ricreare le condizioni per il ricostituirsi del “sistema campi”. «Come mosche sul miele – denuncia il presidente Carlo Stasolla – alcune organizzazioni che fino al 2014 operavano attorno alla fiorente economia del sociale che si muoveva attorno ai “campi”, alcune delle quali hanno visto i loro presidenti indagati o arrestati, potranno rientrare dalla finestra, dopo che le vicende successive a “Mafia Capitale” le avevano fatte uscire dalla porta».

Secondo Associazione 21 luglio la Giunta Raggi non sembra avere consapevolezza dell’urgenza di adempiere anzitutto agli obblighi istituzionali derivanti da una sentenza del Tribunale Civile di Roma, da una delibera di iniziativa popolare sottoscritta da 6.000 cittadini romani e da una delibera della Giunta Capitolina che impegna 4,4 milioni di euro di fondi europei per la chiusura degli insediamenti e l’inclusione abitativa delle comunità rom a Roma.

La prima risale al 30 maggio 2015 quando un giudice del Tribunale Civile di Roma, in riferimento alla baraccopoli istituzionale La Barbuta, ha riconosciuto «il carattere discriminatorio che si concretizza nell’assegnazione degli alloggi» ordinando al Comune di Roma «la cessazione della suddetta condotta nel suo complesso e la rimozione dei relativi effetti». A tale Ordinanza non è seguita alcuna azione da parte dell’attuale Amministrazione che quindi non sta dando seguito alla decisione del giudice.

La seconda risale allo scorso anno, quando nove organizzazioni hanno depositato in Campidoglio più di 6.000 firme per chiedere il superamento progressivo e la chiusura degli insediamenti formali per rom presenti nella città di Roma in attuazione della Strategia nazionale d’inclusione dei Rom. La delibera di iniziativa popolare dovrebbe essere discussa dall’Assemblea Capitolina, così come richiede lo Statuto Comunale, ma ad oggi non è stato nemmeno avviato l’iter.

La terza è del 28 ottobre 2015 quando la Giunta Capitolina ha deliberato, nella Deliberazione n. 350, la partecipazione di Roma Capitale al Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane adottato dalla Commissione Europea. Il Programma prevede una specifica azione di inclusione abitativa, scolastica e occupazionale volta ad agevolare la fuoriuscita dei rom dalle baraccopoli istituzionali attraverso lo stanziamento di 4,4 milioni di euro. Ad oggi si segnala una amnesia istituzionale e nessuna azione è stata intrapresa dalla Giunta Raggi al fine di darne concreta attuazione con il rischio che il denaro venga a breve riallocato in altre voci di spesa.

Associazione 21 luglio esprime profonda preoccupazione per l’inadempienza, da parte del Comuna di Roma, della sentenza del Tribunale Civile, così come ritiene che la mancata discussione della Delibera rappresenti un grave deficit di ascolto della volontà popolare. A fronte di 7,6 milioni di euro di fondi comunali previsti per il mantenimento del “sistema campi”, si denuncia il mancato utilizzo di 4,4 milioni di fondi europei previsti per il superamento degli insediamenti. In gioco ci sono 12 milioni di euro che l’Amministrazione Comunale potrebbe utilizzare da subito per ottemperare alle promesse fatte in campagna elettorale.

«In piena campagna elettorale – conclude il presidente Carlo Stasolla – Virginia Raggi parlò di superamento dei campi. Le idee e le risorse non mancano e con 12 milioni di euro il problema potrebbe essere aggredito alla radice. Chi ha interesse a che ciò non avvenga? Ci sembra invece di assistere a un film già visto fatto di azioni confuse e contraddittorie, di proclami e di bandi milionari. In tale contesto risulta elevato il rischio di veder riaffiorare i nomi di quanti nel passato hanno lucrato illegalmente attorno alla “questione rom”».


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