I siriani della porta accanto

In uno degli stati più disagiati degli USA, l’Iowa (110.000 bambini in stato di povertà secondo il Kids Count report) una famiglia di rifugiati siriani, i primi nello stato, ha catalizzato l’attenzione del Time. La prestigiosa rivista ha dedicato un lungo reportage ai Tameem e alla loro lotta per integrarsi dopo essere fuggiti dalla guerra.

Trovarsi a Des Moines dopo cinque anni di guerra civile e una fuga roccambolesca, con giusto il tempo di prendere vestiti e qualche documento, non è da tutti.

Come i vietnamiti negli anni Settanta e i bosniaci degli anni Novanta, si sono trovati catapultati in un contesto politico molto teso, dove la paura dell’altro ha contraddistinto l’ultimo anno di campagna elettorale. Ma a papà Abdul Tameem e a mamma Ghazweh Aljabooli poco importa: dovevano salvare i loro cinque figli.

E contro ogni previsione, i Tameem hanno trovato un gran numero di persone che si sono date fare per farli sentire a loro agio: qualcuno ha donato dei mobili, qualcun altro si è presentato con un televisore.

La situazione rimane complicata, in uno stato che fino a qualche anno fa aveva appena l’1,6% della popolazione di origine straniera. Ma intanto, nell’America ai tempi di Trump, c’è chi crede ancora nella solidarietà. Come quelli che hanno fatto trovare, lo scorso giugno quando la famiglia si è insediata, un pezzetto di legno appeso alla maniglia con uno spago. Intagliata nel legno un’unica parola: “Benvenuti”.


foto in copertina di danny wilcox frazier


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