The most beautiful day – Il giorno più bello

L’ ambizioso e bizzarro pianista Andi (33) e lo spensierato scansafatiche Benno (36) hanno una sola cosa in comune: a entrambi è stata diagnosticata una malattia terminale. Con la morte giusto dietro l’angolo, Benno convince Andi a scappare dalla clinica e a intraprendere un viaggio in macchina alla ricerca dell’ultimo e più bel giorno delle loro vite. Dopo aver racimolato con destrezza il denaro necessario, si mettono in viaggio in prima classe verso l’Africa! Per l’ipocondriaco Andi l’inizio del viaggio si rivela un vero e proprio incubo, mentre Benno persegue segretamente un piano nascosto per confrontarsi finalmente con la propria vita passata. La loro avventura li porterà a vivere situazioni tragi-comiche fra gag divertenti e momenti serie a compiere il loro iniziale proposito.

IL FILM Risate e commozione in un road movie di emozioni Dan Maag, Pantaleon Films, è il responsabile di tutti i grandi successi di Schweighofer degli ultimi anni. «Da anni io e Florian David Fitz stavamo pensando a unprogetto in cui riunire attori molto amati dal pubblico come Matthias Schweighofer e lo stesso Florian per la prima volta. È stato così che tre anni fa abbiamo cominciato a lavorare a un progetto specifico. Florian ha condiviso con noi l’idea de The most beautiful day – Il giorno più bello e ci siamo subito resi conto che non poteva essere che un successo. Il pubblico guarda al film come un modo innovativo di fare commedia.Allo stesso tempo noi siamo andati oltre con l’obiettivo di offrire al pubblico anche momenti molto emotivi, che stimolassero la riflessione».

Il regista Florian David Fitz ha tratto ispirazione da un fatto reale: «Ho incontrato un uomo che, dopo aver scoperto di essere malato di cancro, ha chiesto un prestito di 30.000 marchi alla sua banca e ho portato questa circostanza all’esasperazione. Visto che ho sempre voluto fare un film con Matthias, ho inventato una seconda figura che potesse condividere col protagonista la sua avventura. È il mio modus operandi: ho bisogno sempre di una spalla che faccia da contraltare per poter dar vita a svolte drammatiche. Per Benno ho pensato a un uomo che è sempre stato trascurato e superficiale nella vita e sitrova a fare i conti con la morte. «Abbiamo sviluppato con Florian la storia», dice Maag. «La domanda successiva che ci siamo fatti è stata: chi sarà il regista? Alla fine era chiaro che solo Florian o Matthias avrebbero potuto ricoprire anche questo ruolo. Entrambi avevano già dimostrato di essere degli ottimi registi. Matthias ha poi spiegato che per lui la questione era già stata decisa in ogni caso, perché chi come Florian era stato capace di scrivere una sceneggiatura così emozionante e avvincente, avrebbe dovuto anche dirigere.

Circa lo sviluppo del suo ruolo, Matthias Schweighofer dice: «Quando Florian ha scritto la sceneggiatura, non era ancora chiaro chi avrebbe interpretato il ruolo di Andi e di Benno. La figura di Andi è emersa nella sua forma attuale solo nelle ultime versioni dello script – inizialmente Florian avrebbe voluto interpretare Andi». Schweighöfer aggiunge: «Mi sono tenuto fuori dal processo di caratterizzazione del personaggio perché volevo influenzare Florian il meno possibile. Poiché io stesso sono un regista la mia opinione avrebbe reso tutto più complicato. Tuttavia, durante le riprese è capitato che gli abbia dato qualche suggerimento e abbia spiegato la mia visione delle scene. Ma mi sono reso conto che era meglio lasciarlo libero e ho tenuto la bocca chiusa. E ha funzionato molto bene».

Particolarmente impegnativo il ruolo di Schweighöfer: «La fibrosi polmonare che fa di Andi un personaggio gravemente malato ci ha fatto pensare ai portatori di questo handicap – ciò rendeva la storia notevolmente complicata, quando invece volevamo offrire agli spettatori una storia molto ritmata, un po’ come le sequenze dei fumetti. Abbiamo dovuto quindi tenere sempre a mente che Andi poteva essere caricato a un livello fisico solo parzialmente. Ma Florian ha aggirato questo problema molto elegantemente».

A proposito di Florian David Fitz come regista dice Dan Maag: «Per Florian, il regista inizia con la scrittura della sceneggiatura: la storia è molto emozionante, ma non è destinata ad essere banale, anzi deve essere divertente – perché vogliamo toccare il pubblico, ma non sempre farlo piangere. Così è stato per questo progetto a cui Florian ha lavorato a lungo fin dall’inizio avendo in mente un obiettivo molto chiaro: In ogni scena il contenuto emotivo, l’intenzione, l’obiettivo erano focalizzati sulla suspense. Fitz dice per esperienza: «Si dice che un film si fa tre volte – durante la scrittura, quando si gira e al montaggio. Ora so che The most beautiful day – Il giorno più bello è stato creato durante il montaggio! La scrittura richiede unsacco di energia per immaginare le scene. Quando si gira il lavoro sta tutto nel mettere in pratica quello che si è immaginato durante la fase di scrittura, ed essere aperti ad accogliere ciò che nasce spontaneamente dal lavoro di squadra sul set».


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