Sandra Cárcamo, una mamma nel golpe dell’Honduras

Presentiamo per la prima volta in italiano un estratto dal libro “13 colori della resistenza honduregna” di Melissa Cardoza, scrittrice onduregna che, attraverso le sue opere, racconta in presa diretta e dall’interno i movimenti di resistenza nati in Honduras all’indomani del golpe contro Manuel Zelaya.

La figura di Berta Cáceres è il caso più noto, il Premio Goldman che ha difeso il popolo lenca contro il progetto idroelettrico di Agua Zarca fino all’assassinio di un anno fa e che merita di essere ricordata assieme ad un altro premio Goldman ucciso nella comunità della Sierra tarahumara (Messico) agli inizi del 2017: Isidro Baldenegro López, anche se la lista è purtroppo ben più ampia e riguarda vari paesi latinoamericani.

All’interno di questo libro ci sono però anche storie quotidiane, di donne e uomini che lottano e non raggiungeranno il clamore dei rotocalci, eppure stanno tessendo quella stessa rete di resistenza contro le brutalità e gli spauracchi del nostro tempo. Ritroviamo un gran ventaglio di movimenti già esistenti, alcuni spontanei e costituitisi di fronte all’emergenza del Golpe, frange di partecipanti proveniente da altri Paesi, in primis il Costa Rica, che hanno dato il loro sostegno internazionale. In quest’opera, della quale proponiamo l’introduzione, è palpabile il valore intimo della solidarietà senza frontiere.


 “13 colores de la resistencia hondureña” è una collezione di storie che noi, le e i partecipanti al Seminario di Ricerca e Formazione 2010, abbiamo avuto la possibilità di veder crescere e farsi parola. In questo libro convergono molte esperienze e riguardano tanto l’autrice, Melissa Cardoza, come lo stesso progetto del Seminario che, negli ultimi anni, ha reso esplicita l’intenzione di costituirsi come spazio per la riflessione e costruzione di ricerche di stampo popolare.

I racconti che potrete leggere in questo libro, scritti da Melissa, sono ciò che mi piace definire “letteratura solidale”, non soltanto in quanto condivisa e creata in modo comune con le e gli altri, solidale perchè trasporta e proietta chi legge direttamente in strada. Moltiplica pene e speranze in quanto condivide la parola di donne e uomini della vita quotidiana, gente a piedi, in bici, bus, auto. E anche di carri armati e gas lacrimogeni, anche se non credo che a questi ultimi si possa chiamarli gente.

E se è solidale condividere paura, angoscia della vita di strade violentate, è solidale non tenerselo dentro ed avvertire, rendere manifesto ciò che accade. Ed è ancora più solidale allertare su come cantare, difendersi, criticare nel corso della crisi.

Le storie che appaiono in questo libro, così imbastite e a partire dalle storie di singole donne oppure organizzate, cittadine o del campo, ci permettono di conoscere e costruire una ragnatela nella quale, in quanto donne, ci possiamo vedere e rispecchiare. In questi tredici racconti vedremo sorelle, donne che non conosciamo – è forse così necessario? – ritrovando in strada l’amore e la ragione, la violenza e la vendetta. Per mezzo delle narrazioni condivise da Melissa, possiamo sentire la quotidianità di una terra occupata a forza di piombo e paura. Sentire il caldo, l’odore di cibo in strada, i canti e le preghiere.

Resistere, resistenza, farsi resistenza, sono parole che affiorano nella mia mente e si disegnano sul mio corpo ogni volta che leggo e riesamino questi racconti. Certamente, non si tratta di verbi all’infinito o di sostantivi astratti. Quando penso alla resistenza e leggo le parole, le immagini, i versi che Melissa ci consegna in questo testo, allora si sgretolano – e per fortuna s’innalzano – nuove pareti, scale e finestre in una casa già abitata in cui possiamo stare e vivere in modo diverso. Resistere è dunque in questo libro una parola che accompagna le donne e gli uomini che sono in cammino per un mondo migliore.

Grazie a queste storie e agli uomini e donne che gli hanno dato forma, da un’amata terra centroamericana e insegnandoci ogni giorno il valore del cambiamento e della trasformazione che ci unisce. E grazie soprattutto a Melissa per essere una donna che cammina con gli altri e le altre ed è lei stessa altra in mezzo a tanta gente.


L’ARTICOLO È PARTE DEL 6° NUMERO DE LA MACCHINA SOGNANTE, UNA RIVISTA DI SCRITTURE DAL MONDO. OGNI SETTIMANA FRONTIERE NEWS PUBBLICA UN ARTICOLO SELEZIONATO DALLA REDAZIONE DE LA MACCHINA SOGNANTE.


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