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Storia di una bimba e del suo papà nella Sarajevo assediata

Storia di una bimba e del suo papà nella Sarajevo assediata

La giornalista bosniaca Lejla Zviždić ha riportato alla luce il tragico destino e la forte speranza dello scrittore Fahrudin Kučuk, l’uomo che nel ’92 perse la figlia Aida, cinque anni: prima vittima dell’assedio di Sarajevo. Fahrudin Kučuk è un uomo determinato, con i capelli bianchi e gli occhi curiosi. Forse è stata proprio la curiosità che gli ha salvato la vita e gli ha dato la forza di continuare ad andare avanti dopo la morte della moglie, che morì per problemi di salute prima della guerra in Bosnia, e poi, qualche anno dopo, la perdita della figlia Aida, che è stata…
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Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia

Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia

Una lunga lastra nera situata in una via all’interno della Baščaršija, il vero centro cittadino, definisce Sarajevo come la città in cui si incontrano culture diverse, la città dove da centinaia di anni si ha un costante “meeting of cultures”. Una città di commercio, come ce la descrive Meša Selimović nei suoi romanzi, percorsa da uomini d’affari provenienti da Istanbul, da Venezia e da Spalato, e per questo inevitabilmente aperta al mondo e a culture diverse. E dunque, al momento dello scoppio della guerra nel 1992, anche “un fattore di complessità insopportabile, una contraddizione troppo forte rispetto al concetto di…
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Dall’Emilia a Srebrenica. Così la scuola che funziona combatte xenofobia e razzismo

Dall’Emilia a Srebrenica. Così la scuola che funziona combatte xenofobia e razzismo

Quaranta studenti hanno viaggiato per i luoghi della guerra, attraversando la Sarajevo dei mille giorni d’assedio, la Srebrenica del massacro, il memoriale di Potocari dove riposano quasi novemila vittime innocenti che i Caschi Blu hanno mandato al macello. Un viaggio in cui hanno potuto conoscere e confrontarsi con i loro pari età bosniaci e farsi raccontare le trappole dell’odio etnico, le vigliaccherie del nazionalismo e le difficoltà di trovare risposte a chi addita nel “diverso” la causa di ogni male, istigando alla violenza e alla xenofobia. di Riccardo Bottazzo Nel suo Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica, Alex Langer…
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Scontri in Bosnia: “Il mio paese alza la testa dopo vent’anni di silenzio”

“La classe politica si rivolge ai rivoltosi come fossero ‘hooligans’, ma in realtà in molti sono spaventati proprio dalle forze dell’ordine” – ci racconta Alan, nostro contatto a Sarajevo.  di Luca La Gamma Il 5 Febbraio ha segnato l’inizio di una serie di proteste antigovernative che stanno minacciando la stagnante situazione politica che da anni caratterizza la Bosnia ed Erzegovina. Le proteste, iniziate a Tuzla per mano di operai che davanti a privatizzazioni e bancarotta di fabbriche richiedevano provvedimenti per lavoro, pensioni e salari non pagati, si sono estese a macchia d’olio nel giro di pochi giorni in altre 33 città…
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Sarajevo: un concerto con 11mila posti vuoti, il numero dei morti in guerra

Sarajevo: un concerto con 11mila posti vuoti, il numero dei morti in guerra

Per il 20esimo anniversario dello scoppio della guerra in Bosnia, il 6 aprile si terrà a Sarajevo un concerto piuttosto inconsueto, davanti a 11.541 sedie vuote, il numero delle vittime bosniache dell'assedio serbo. Le oltre 11 mila sedie vuote verranno sistemate per una lunghezza di circa un chilometro lungo viale Maresciallo Tito, la principale via del centro della città. «Quelle sedie saranno vuote poichè gli spettatori, tutti colpiti a morte, non hanno avuto la possibilità di assistere al concerto», ha affermato Haris Pasovic, organizzatore del concerto. «Tutte persone uccise senza alcuna ragione, civili e militari, solo perchè erano abitanti di…
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