Monaco 1972, a 41 anni dal massacro degli atleti israeliani

Il 5 settembre di 41 anni fa, alle 4 del mattino, un commando terroristico palestinese (chiamato ” Settembre Nero”) fece irruzione nelle camerate degli atleti israeliani partecipanti alle Olimpiadi estive di Monaco; l’intenzione era quella di sequestrarli per ottenere la liberazione di detenuti palestinesi dalle carceri israeliane.

“Settembre Nero” era un gruppo terroristico laico-socialista, fondato nel 1970 da fedayn palestinesi. Il nome fu scelto a seguito degli avvenimenti del 16 settembre 1970, quando re Hussein di Giordania diede luogo ad una violenta repressione contro gruppi armati palestinesi ritenuti responsabili di destabilizzare lo Stato.

Yossef Gutfreund, uno degli atleti della squadra dei pesi, si svegliò in seguito ad un rumore e vide spuntare dalla porta semi aperta una canna di fucile. Con il suo corpo, 132 kg , tentò di fare barriera nel tentativo di far guadagnare tempo di fuga ai compagni, svegliati dalle sue grida di allarme.

Durante l’aggressione venne ferito ad una guancia Moshe Weinberg e uccisi due ostaggi, Yossef Romano e David Weinberg, che tentarono di ribellarsi.

L’unico atleta che riuscì a fuggire, Gad Tsobari, riuscì a raggiungere una troupe americana della ABC, che però, visto l’abbigliamento (era infatti in pigiama), credette ad uno scherzo. Alle 5 del mattino venne gettato da una finestra un foglio di carta, con scritte le richieste per il rilascio degli ostaggi (una di queste era la liberazione di 234 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane), trovato da un poliziotto tedesco, che diede quindi l’allarme.

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I Giochi non furono sospesi, anche se fu fatto rientrare immediatamente negli USA Mark Spitz, vincitore di 7 medaglie d’oro olimpiche, per paura che potesse essere uno degli obiettivi dei terroristi. Le trattative durarono tutta la giornata, senza conclusione.

Alle 17 il portavoce del commando chiese il trasferimento dei suoi uomini assieme agli ostaggi al Cairo e proseguire da lì le trattative. Si decise di accettare le condizioni del commando per tentare, durante lo spostamento con gli elicotteri degli ostaggi e degli stessi terroristi, un blitz di salvataggio.

Il piano tedesco prevedeva che i due elicotteri atterrassero a breve distanza dall’aereo messo a disposizione da Lufthansa e che al suo interno ci fossero poliziotti travestiti da personale di bordo. I terroristi si accorsero presto della trappola e diedero vita ad un conflitto a fuoco che si concluse con la morte di 5 di loro, di 11 atleti e 1 poliziotto tedesco. Erano le 1:30 del mattino seguente quando tutto finì. A causa del fuso orario, in Israele venne riportata la notizia che tutti gli ostaggi erano vivi.

Successivamente il comunicato di rettifica riportò le seguenti parole: “Abbiamo appena ricevuto le ultime notizie. Quando ero bambino, mio padre mi diceva che raramente le nostre speranze più belle e le nostre paure più grandi si avverano. Questa notte le nostre paure più grandi sono divenute realtà. Ci hanno comunicato in questo momento che gli ostaggi erano undici. Due di loro sono stati uccisi nelle loro stanze ieri mattina, gli altri nove sono stati uccisi questa notte all’aeroporto. Sono tutti morti!”

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Graziella Adwan


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