Caterina de’ Medici e la cucina francese

Forse ai puristi francesi non piacerà saperlo, ma celebri ricette protagoniste della loro tradizione culinaria, come la béchamel (besciamella), il canard à l’orange (anatra all’arancia), la soupe d’oignons (zuppa di cipolle) o le crêpes sono figlie della Toscana. Il merito del loro arrivo oltre le Alpi è stato di una grande regina, passata alla storia come Caterina de’ Medici.

Figlia di Lorenzo II de’ Medici duca d’Urbino e Madeleine de La Tour d’Auvergne, perse tutti e due i genitori nei suoi primi venti giorni di vita. Passò la sua infanzia e prima adolescenza tra Firenze e Roma, crescendo tra i libri, l’arte e i giochi di potere. Nel 1533, a soli quattordici anni, andò in sposa ad Enrico II, duca d’Orléans e futuro re di Francia: le nozze furono celebrate da papa Clemente VII (zio di lei e conosciuto, tra l’altro, per essere stato l’autore, insieme a re Enrico VIII d’Inghilterra, dello scisma anglicano).

La duchessina, divenuta regina nel 1547, non si distinse a corte per bellezza ma per la sua grande cultura, che trasmise ai suoi figli e a sua nuora Maria Stuarda, e la sua passione per l’arte, l’architettura e i libri, motivi per cui godeva della stima e dell’amicizia del suocero, il re Francesco I, che amava i balli in maschera (la stessa sovrana ereditò questa passione). Promosse la costruzione di grandi palazzi, come quello delle Tuileries e l’Hôtel de la Reine, nonché la realizzazione di giardini all’italiana, dipinti, lavori al Musée du Louvre e abbellimenti a palazzo: questi sono alcuni dei motivi per cui venne chiamata regina mecenate. La sua figura, però, non è sempre stata ammirata dai francesi, che la chiamavano la regina nera, per le controverse vicende e gli intrighi vissuti da lei, il suo ruolo centrale nelle lotte religiose, la sua passione per l’astrologia (consultò diverse volte Nostradamus, il quale predisse la morte accidentale del marito).
Insieme alla sua preparazione, Caterina portò alla corte francese i suoi cuochi dal Mugello (i quali, secondo Pierre de Brantôme, “sapevano molto bene accoppiare le leccornie alla lubricità e a quanto e più la scienza medica conoscesse”) e un gelataio da Urbino, influenzandone la gastronomia, già forte di una solida tradizione.

La tavola della regina era apparecchiata con tovaglie damascate, i piatti venivano cambiati tra una portata e l’altra e, grande innovazione, si mangiava con la forchetta, che aveva origine veneta. Dolce e salato erano divisi, i pasti erano accompagnati dalla musica e, per la prima volta su una tavola francese, si potevano mangiare broccoli, asparagi, piselli, pomodori e i prediletti della regina, i carciofi, i quali si diceva che le provocassero una “pericolosa digestione”. Vennero introdotti la pasta, i sorbetti di frutta e lo zabaione.

Oggi proponiamo le ricette del papero al melarancio e delle pezzole della nonna, antenate del canard à l’orange e delle crêpes.

Curiosità: la SALSA COLLA
È chiamata così proprio perché veniva utilizzata per legare gli ingredienti delle ricette. Preparata utilizzando crema di latte, brodo di carne e svariate spezie, da essa si origina la béchamel, creata da Francois Pierre De La Varenne, cuoco del Marchese D’Uxelles e dedicata a Louis de Béchamel, marchese di Nointel, gran ciambellano di Re Luigi XIV.
PAPERO AL MELARANCIO

Ingredienti:

– un papero di circa kg 1,5
– il succo di tre melegrane
– 100 gr di burro
– 1 bicchiere di cognac
– 2 cucchiai di zucchero
– sale e pepe

Preparazione

Tagliare il papero a piccoli pezzi. In una capace padella rosolare dolcemente il burro ed all’ultimo momento aggiungere il succo delle tre melagrane. Aggiungete i pezzi di carne, salate e pepate e fatelo rosolare e colorire.
Bagnare con un po’ di zucchero, cuocere ancora per qualche minuto, regolare la cottura e servire.
[fonte: http://www.prontogeometra.it/prontocucina/caterina_dei_medici.htm]

 

PEZZOLE DELLA NONNA

Ingredienti (per 4 persone)

Per le pezzole
– 60 gr di farina
– 2 uova
– 1 bicchiere di latte
– 20 gr di burro
– olio extravergine di oliva q.b.
– un pizzico di sale

Per il ripieno
– 400 gr di spinaci
– 200 gr di ricotta fresca
– 1 uovo
– 20 gr di parmigiano
– un pizzico di noce moscata
– olio extravergine di oliva q.b.
– sale e pepe q.b.

Per il condimento
– 25 gr di farina
– 25 gr di burro
– 250 ml di latte
– 8 cucchiai di salsa di pomodoro
– sale e pepe q.b.
– 20 gr di parmigiano

Preparazione
Lessare gli spinaci, strizzarli e tritarli. Una volta freddi, andranno amalgamati in una ciotola con ricotta, uovo, parmigiano, noce moscata, sale e pepe. Mettere la ciotola in frigorifero.
Preparare la pastella amalgamando uovo, sale e farina, e poi aggiungendo a filo il latte e il burro fuso. Mettere almeno mezz’ora in frigorifero.
Intanto preparare la besciamella facendo sciogliere il burro in un pentolino e unendo farina, sale, pepe e, un po’ per volta, a filo, il latte caldo, rimescolando continuamente per non far attaccare.
Per fare le pezzole, ungere un padellino con un filo d’olio e versarvi 4 cucchiai scarsi alla volta in modo da ottenere 8 crespelle.
Spalmare su ciascuna l’impasto di ricotta e spinaci e piegarle in quattro.
Disporre le pezzole su una pirofila imburrata e versarvi sopra la besciamella e il parmigiano grattugiato. Si possono mettere in fila, accavallate una sull’altra (come nella prima foto), oppure formando due cerchi sovrapposti. Far cuocere in forno a 160° C per 20 minuti e poi sotto il grill per qualche minuto. Prima di servire, contornare di salsa di pomodoro calda.
[fonte: http://acquacottaf.blogspot.it/2014/05/pezzole-della-nonna.html]


Profilo dell'autore

Marta Carboni
Marta ha collaborato con varie agenzie di stampa e con Frontiere News. Si è laureata in Scienze della Comunicazione, Informazione e Marketing alla Lumsa di Roma e successivamente ha conseguito un master in Critica Giornalistica per Teatro, Cinema, Televisione e Musica all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio d’Amico". Al momento si trova in Irlanda, dove lavora come team manager per Telus International.

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