Riccardo Bottazzo

Giornalista professionista e veneziano doc. Quando non sono in giro per il mondo, mi trovate nella mia laguna a denunciare le sconsiderate politiche di “sviluppo” che la stanno trasformando in un braccio di mare aperto. Mi occupo soprattutto di battaglie per l’ambiente inteso come bene comune e di movimenti dal basso (che poi sono la stessa cosa). Ho lavorato nei Quotidiani dell’Espresso (Nuova Venezia e, in particolare, il Mattino di Padova). Ho fatto parte della redazione della rivista Carta e sono stato responsabile del supplemento Veneto del quotidiano Terra. Ho all’attivo alcuni libri come “Liberalaparola”, “Buongiorno Bosnia”, “Il porto dei destini sospesi”, “Caccia sporca”, “Il parco che verrà”. Ho anche curato e pubblicato alcuni ebook con reportage dal Brasile pre mondiale, dall’Iraq, dall’Algeria e dalla Tunisia dopo le rivoluzioni di Primavera, e dal Chiapas zapatista, dove ho accompagnato le brigate mediche e un bel po’ di carovane di Ya Basta. Ho anche pubblicato racconti e reportage in vari libri curati da altri come, ricordo solo, gli annuari della Fondazione Pace di Venezia, il Mio Mare e Ripartire di FrontiereNews. Sono direttore di EcoMagazine, sito che si occupa di conflitti ambientali, e collaboro con Melting Pot, FrontiereNews, Global Project, Today, Desinformemonos, Young, Q Code Mag, il Manifesto e lo Straniero. Non riesco a stare fermo e ho sempre in progetto lunghi viaggi. Ho partecipato al Silk Road Race da Milano a Dushanbe, scrivendo reportage lungo la Via della seta e raccogliendo racconti e fotografia in un volume. Non ho dimenticato la formazione scientifica che ho alle spalle e, quando ho tempo, vado a caccia di supposti fantasmi, case infestate o altri "mysteri" assieme agli amici del Cicap, con il quale collaboro per siti e riviste.
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La coppia che strappò spiagge e foreste ai latifondisti per restituirle al popolo costaricano

La coppia che strappò spiagge e foreste ai latifondisti per restituirle al popolo costaricano

Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, Nicolás "Olle" Wessberg e Karen Mogensen lasciarono il nord Europa col sogno di vivere a pochi metri dall'Oceano Pacifico, circondati da alberi in fiore. In Costa Rica videro la decadenza degli spregiudicati possidenti locali in combutta con investitori nordamericani, pronti a cementificare il Paese con la maggiore biodiversità al mondo in nome dello "sviluppo turistico". Qui la coppia tramutò in azione il proprio convincimento ambientalista, battendosi per la conservazione e la valorizzazione del ricchissimo patrimonio ambientale del Paese. Per queste lotte, i due pagarono un carissimo prezzo. Oggi, all'ombra di un palmeto, una…
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Una sentenza tedesca per non dimenticare il genocidio degli yazidi

Una sentenza tedesca per non dimenticare il genocidio degli yazidi

Quello degli yazidi è stato un genocidio silenzioso, compiuto nell’indifferenza dell’Europa che non ha saputo, voluto o potuto intervenire. Ma proprio da questa Europa è arrivato un segnale di giustizia. Un jihadista iracheno è stato condannato all'ergastolo dall'Alto Tribunale regionale di Francoforte per genocidio. L'uomo aveva torturato una donna yazida e la sua bambina di cinque anni, lasciata morire di caldo e di sete. “È un’iniziativa giudiziaria coraggiosa”, spiega l'avvocata della Corte internazionale di giustizia Maria Stefania Cataleta. Alcune correnti islamiche li chiamano “spegnitori di lampade”, alludendo ad una supposta promiscuità sessuale che praticherebbero negli oscuri anfratti in cui celebrano…
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Dal Chiapas all’Italia, resistenze “poco social” che si intersecano

Dal Chiapas all’Italia, resistenze “poco social” che si intersecano

Lo scorso gennaio vi abbiamo annunciato lo sbarco in Europa degli zapatisti. La Gira por la Vida y la esperanza – così gli zapatisti hanno chiamato l’iniziativa – ha portato in Europa 180 tra uomini e donne dell’Enzl più 14 delegati del Congreso Nacional Indígena (Cni), che rappresenta più di 40 popoli originari con le relative lingue. Come è andata la Gira? Passamontagna in testa, niente foto, niente nomi, niente alcolici: per espressa volontà degli zapatisti, la Gira è stata condotta nel massimo riserbo. Nessun manifesto per pubblicizzare gli incontri, nessun evento su Facebook. Il punto di Riccardo Bottazzo per…
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‘Fie a Manetta’, le barcaiole veneziane contro il machismo lagunare

‘Fie a Manetta’, le barcaiole veneziane contro il machismo lagunare

Andare in barca nella città lagunare significa vivere la città nella sua dimensione più autentica. Non solo, la pandemia ha dimostrato che in certi casi si tratta di sopravvivenza. Eppure da sempre il mondo delle barche è stato riservato ai soli uomini; una tradizione riservata che viene tramandata da padre a figlio. Fino a qualche mese fa, quando un collettivo di circa cinquanta donne l'ha messa in discussione. “Fia”, a Venezia, significa ragazza. Un termine dialettale, un po’ sbarazzino e un po’ confidenziale, con cui rivolgersi alle giovani e alle giovanissime. La “manetta” in questione è quella del timone del…
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Perché si parla di genocidio del popolo guaraní

Perché si parla di genocidio del popolo guaraní

Per i guaraní la terra è l'origine di tutta la vita. Ma da oltre 500 anni le incursioni violente di 'civilizzatori', allevatori ed estrattivisti hanno devastato il territorio in cui vivono e quasi tutta la loro terra è stata rubata. Intanto, mentre i bambini guaraní muoiono di fame, negli ultimi anni centinaia di leader e attivisti sono stati assassinati. Le organizzazioni per i diritti umani mettono in guardia: si tratta di uno sterminio annunciato. Testo di Riccardo Bottazzo Yvy è malata. Yvy, che nella lingua guaraní significa la “Nostra Terra”, soffre per la crudeltà e la mancanza di rispetto degli…
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