Etiopia, il massacro dei contadini contro la diga delle multinazionali italiane

Adulti legati agli alberi e fucilati, bambini e bestie gettati nei fiumi, cadaveri dati in pasto alle iene e un villaggio Suri raso al suolo. Dei 154 abitanti solo sette i sopravvissuti.

di Luca Iacoponi – Gennaio 2013

Tra polemiche e controversie intorno alla diga Gibe III, cresce il numero delle vittime in Etiopia. In un rapporto di Hrw che risale al 2012, viene rivelato che sono centinaia le persone che hanno subito violenze, omicidi e stupri. La “colpa” è quella di opporsi alla costruzione del colosso idroelettrico per difendere la propria terra.

Nella valle dell’Omo, patrimonio dell’Unesco, un conflitto silenzioso iniziato 7 anni fa continua a mietere vittime. Non è uno di quei conflitti che ai grandi eserciti europei interessa risolvere. Si tratta di una guerra indetta e gestita dal “progresso”, se così è lecito chiamarlo. Nel luglio 2006 il governo etiope, attraverso la EEPC (Ethiopian Electric Power Corporation) appalta, ma senza bando né gara, alla Società italiana Salini Costruttori la realizzazione della terza diga che porta il nome di GIBE.


ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI FRONTIERE


“Ispirata ai principi dello sviluppo sostenibile, fa leva sull’innovazione tecnologica e organizzativa e sullo straordinario patrimonio umano e professionale di cui dispone, per sviluppare soluzioni costruttive, capaci di valorizzare le risorse dei territori e di contribuire alla crescita economica e sociale dei popoli”, è la mission che la Salini dichiara sul proprio sito. La diga sarà un gigante di cemento in grado di produrre 6.500GWh all’anno. Energia da immettere nel sistema elettrico nazionale e da rivendere a caro prezzo alla nazione più vicina: il Kenya.

Nonostante l’ordinamento giuridico di Adis Abeba preveda che prima dell’approvazione del progetto debba essere effettuata una valutazione sull’impatto ambientale e sociale, il  governo dà il via libera al magnate italico di deporre la prima pietra. La stampa non ne parla e il grido silenzioso dei 500mila abitanti della valle resta sommerso. Soltanto nel 2008 l’EPA (Ethiopian Environmental Protection Authority) dà ufficialmente il via libera ai lavori dopo aver ricevuto un dossier del CESI guarda caso un’agenzia milanese, che definisce l’impatto ambientale legato al progetto “trascurabile” o addirittura “positivo”. Il Cesi si è però impegnato a trascurare l’uso delle terre limitrofe alla diga da parte dei contadini locali, piuttosto che come funzioneranno i futuri piani di regolazione delle piene e delle irrigazioni artificiali. Lo studio dell’agenzia milanese non parla nemmeno lontanamente della futura situazione del lago Turkana, oltre il confine con il Kenya, che dall’Omo riceve il 90% delle sue acque.

Eppure gli studi di settore effettuati da una serie di Ong dicono l’esatto opposto. “La diga altererà in modo drammatico i flussi stagionali dell’Omo e avrà un enorme impatto sui delicati ecosistemi della regione e sulle comunità indigene che abitano lungo le sponde del fiume fino al suo delta, al confine con il Kenya. La portata dell’Omo subirà una drastica riduzione. Il fenomeno interromperà il ciclo naturale delle esondazioni che periodicamente riversano acqua e humus nella valle alimentando le foreste e rendendo possibile l’agricoltura e la pastorizia nei terreni rivivificati dalla acque. Tutte le economie di sussistenza legate direttamente e indirettamente al fiume collasseranno compromettendo la sicurezza alimentare di almeno 100.000 persone.”, si legge su survival.it.

E così le popolazioni locali sono state costrette a un processo di “villaggizzazione” come lo hanno definito le autorità locali. Un vero e proprio trasferimento forzato di intere tribù come i Mursi, i Bodi e i Kwengu in campi di reinsediamento. Violenze fisiche e morali sono i mezzi di coercizione che accompagnano questo rastrellamento. Raccogliendo le testimonianze, sono emersi dettagli a dir poco agghiaccianti. Adulti legati agli alberi e fucilati, bambini e bestie gettati nei fiumi, cadaveri dati in pasto alle iene e un villaggio Suri raso al suolo. Dei 154 abitanti solo sette i sopravvissuti.

Stephen Corry, direttore generale di Survival International, ha dichiarato: “Questa mappa rivela quello che il governo etiope voleva nascondere, ovvero l’intenzione di reinsediare le tribù della bassa valle dell’Omo. Tenendo conto anche delle numerose segnalazioni che ci sono pervenute su sfratti violenti e intimidazioni, l’obiettivo finale del governo è divenuto ormai lampante, così come il suo rifiuto di rispettare i fondamentali diritti di chiunque si ritrovi sulla sua strada.”

Gli appelli che chiedono di interrompere questo scempio sono molteplici. Tra i primi è stata l’Unesco, a seguire Survival International, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Counter Balance coalition, Friends of Lake Turkana e International Rivers. E’ stato creato il sito stopgibe3.it dove sono disponibili informazioni e news sulla situazione e Survival.it ha lanciato una petizione per impedire il continuo di questa strage.


Profilo dell'autore

Redazione

Redazione
Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.

91 Comments

  • La cattiveria e l’egoismo umani, sono sentimenti presenti da sempre nel mondo. La consapevolezza e la cultura che via via la modernizzazione ha contribuito ad accrescere, evidentemente, non sono riuscite a diminuire i problemi fra gli uomini … anzi!
    Penso, ahimè, anche a dispetto dei più inguaribili ottimismi, che sarà sempre peggio …

  • Ricordiamo che nel 2010 è CROLLATA la diga Gilgel Gibe II, realizzata sempre dalla ditta Salini e inaugurata dal nostro ministro Frattini. Il crollo della diga ha causato un danno enorme il cui costo (per assurde clausole contrattuali) è interamente a carico della società etiope.

    fonte: http://www.gruppocinqueterre.it/node/338

    PS
    Ora tocca all’Uganda!

  • PERCHE’ G.C. FORSE CHE,NEL NOSTRO PAESE SIAMO INFORMATI DI CIO’ CHE ACCADE IN CASA NOSTRA?LA STAMPA E’ ZITTITA DAL GRANDE FRATELLO MULTINAZIONALE.LE GRANDI LOBBY SI SONO COMPRATE LE TESTATE DEI GIORNALI E CERTAMENTE NON LO HANNO FATTO PER SPIRITO UMANITARIO.NOI E QUI FACCIO RIFERIMENTO AD ALESSANDRO PD,ABBIAMO SUBITO UN GOLPE DI STATO SOBRIO,SOFT,ED E’ STATO PASSATO PER UNA NECESSITA’ INRINVIABILE PENA LA DEBACLE DEL PAESE.RISULTATO?DOPO NEMMENO UN ANNO SIAMO MESSI MOLTO PEGGIO DI PRIMA DELL’ENTRATA IN SCENA DI MONTI-SALVATORE.VOGLIONO DEPAUPERARE TUTTA L’EUROPA DEL SUD,RENDELA ALLA PARI DEI PAESI BALCANICI,PER POI AVERE UOMINI E MEZZI A PREZZI STRACCIATI.POI CI ORGANIZZNO IL TEATRINO DELLA CORRUZIONE DEI POLITICI,CHE LORO STESSI HANNO CORROTTO,PER INDIRIZZARICI SU OBIETTIVI SBAGLIATI E LORO CONTINUARE NELL’OPERA DI SMANTELLAMENTO DEI DIRITTI DEI SALARI ECC..ECC..,E GENTE COME ALESSANDRO CHE CI SI TUFFANO COME PESCI,SAI CHE ALLEGRIA,PER NOI CHE STIAMO PER ESSERE SCHIAVICIZZATI PER UN LUNGO PERIODO CENT’ANNI E PIU’……

  • La notizia, se vera e’ inquietante. Mi chiedo come mai un evento cosi’ tragico non trova alcuno spazio sui media a diffusione nazionale ? Rai mediaset ecc ? Quali sono gli interessi di Survival sul posto ? Qual’e’ la posizione del Kenya sulla diga Gibel 3? Il Kenya e’ direttamente interessato essendo confinante e proprietario del lago Turkana.

    • perchè quando ditte private o peggio nazionali lavorano all’estero lo sempre in contrasto con i diritti delle popolazioni native,esempio i buoni rapporti dei vari governi italiani con il dittatoriale e familiare governo del Gabon,distruzione dell’ambiente ma enormi ricavi petroliferi per la sua famigli e le imprese italiche.berlusconi ha trovato modo di arricchirsii in Ethiopia attraverso le sue imprese di costruzioni,quindi mediaset non dice nulla.ultima il kenya non è proprietario del lago Turkana in quanto la parte nord di questo è in territorio ethiope,al massimo questo la go appartiene alle popolazioni (nomadi )che lo abitano e che vivono a cavallo di entrambe gli stati.il Kenya è il vero beneficiario di quest’opera,la diga.ovviamente non si deve parlare del fatto che il governo etiope è illegale,frutto di elezioni truffa ma sostenute dagli USA e da tutto l’ccidente,vedasi le basi yankee in ethiopia da dove partono i droni che uccidono ogni giorno pastori somali.sono 20 annoi che l’adesso Zenawi governa(va)il paese ma nessuno in occidente ha mai detto ah!,però il cattivo era il col.Gheddafi che voleva”gli stati uniti d’Africa in sostituzione della buffonata odierna l’UA,una banca centrale africana,moneta unica ed un fondo monetario afrcano,l’hanno bombardato……..

    • hai ragione,quelli vogliono prima controllare cosa dici.se mi permetti una battuta tipo film di banfi”etiope tu con quel nome?”è una battuta,ciao.

    • Anche l’etiopia si è macchiata di crimini gravissimi contro l’umanità io non sarei tanto fiero di appartenere alla nazione che ha vissuto il terrore rosso del Derg.
      Gli umani sono solo bestie assetate di potere e senso di sopravvivenza.

  • Elena, faresti bene a non usare in NOI quando dici che ci stiamo battendo per uscire dall’Europa e dall’Euro o dalla NATO. M5s, suppongo. Ennesima vittima del populismo all’italiana. ;-). Comunque ad esempio io vorrei il contrario. Un’Europa piu potente e con piu potere sugli stati….Comunque a parte questo che poco c’entra con l’articolo, io vivo in Etiopia e conosco abbastanza bene la situazione. Il problema non è solo etiopico, o meglio. Loro è la responsabilità degli omicidi e delle catastrofiche conseguenze della diga MA c’e anche una “piccola” responsabilita italiana in tutto questo. Come mai la Salini ha vinto l’appalto senza una gara? C’è lo zampino della cooperazione italiana? È una questione politica? A me viene un dubbio…La Cooperazione Italiana (non è il caso della Gibe 3 ma per le altre è stato così) approva i progetti delle dighe e le finanzia con i nostri soldi pubblici, in cambio la diga viene appaltata alla Salini che sicuramente rigira parte dei finanziamenti a qualche politico che li ha approvati…La solita merda italiana…Io sono Europeo, voglio gli Stati Uniti d’Europa, una sola moneta e un solo governo con una sola strategia economica e fiscale.

    • IO NON SONO M5S,PERO’ DEVO DIRE CARO ALESSANDRO CHE,TU SICURAMENTE SEI DEL PD!L’HO CAPITO DAL MOMENTO CHE,LA LOBOTIZZAZIONE DEL TUO CERVELLO TI IMPEDISCE DI AVERE UNA VISIONE SERENA DI UN QUALSIASI PROBLEMA.ELENA HA CENTRATO IL PROBLEMA CHE NON RIGUARDA SOLO L’ETIOPIA,MA IL MONDO.QUELLO CHE FANNO IN ETIOPIA,E’ QUELLO CHE HANNO FATTO IN VIETNAM,NELL’AMERICA DEL SUD,IN AFGANISTAN,IN IRAQ,IN AFGANISTAN,IN LIBIA,IN TANTISSIME PARTI DEL MONDO,ORA TENTANO CON LA SIRIA,POI SARA’ LA VOLTA DELL’IRAN,ATTUALMENTE IN MALI’HANNO SCATENATO UN ATTACCO CHE,NON E’ DIRETTO AL MALI’,MA ALL’ALGERIA ATTRAVERSO IL MALI’,PERCHE’ L’ALGERIA HA PETROLIO E GAS.LE FAMELICHE MULTINAZIONALI GLOBALI HANNO FAME DI ENERGIA E TRUCCANO LE AGGRESSIONI AI POPOLI COME SPEDIZIONI UMANITARIE.MA INVECE DI MANDARE CARICHI DI DERRATE ALIMENTARI,SEMI,TECNOLOGIA PER LO SVILUPPO,MANDANO ARMI,CARRI ARMATI,AEREI,TRUPPE SPECIALIZZATE PER L’OCCUPAZIONE MILITARE DEI TERRITORI.QUESTE NON SONO SPEDIZIONI UMANITARIE,COME L’EUROPA DA TE ENFATIZZATA NON E’ UN’EUROPA DEI POPOLI,MA UN’EUROPA DELLE LOBBY E DEI GRANDI CARTELLI INTERNAZIONALI ECC….ECC….

    • vuoi un europa non più succube dei suoi piccoli politicanti, sarà più forte ma ugualmente corrotta.
      Questa storia è la prova che ai deboli non è concesso scegliere come morire

  • Tommy, i do not feel europe, i do not care about euro. i’m an italian mother. Italy is a dead country managed by governments that don’t represent us. mr monti is a criminal not elected by the people.a goldman sacks man put in that place by a over-national order.and berlusconi before him got the place lying.
    i feel really ashamed for this. There’s a lot of people here that don’t want this europe anymore. We do’n want to bomb anymore in the name of peace (mali). we want to get out of this EU, we want to get out of Nato. and we’re fighting for this. we are fighting to quit them all. It’ll not happen in a day. but it will be. human being are much more valuable of the market or a spread mark. the world is of the people. the land belong to people that live there.and is sacred. i don’t see any border. do you?
    with love. Elena

    • ” (…) human being are much more valuable of the market or a spread mark. the world is of the people. the land belong to people that live there.and is sacredI AGREE all Elena said. (…)” I AGREE!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti apprezzare anche

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.