Calcio, bimbi e video virali: la propaganda bellica 2.0 israeliana

Alcuni bimbi, un pallone infangato, una partita serale. Rigore: il portiere con la maglia di Messi è pronto a parare. La camera inquadra con costanza il logo dell’Unicef stampato nella maglia blaugrana. I cuori battono, tutto è pronto. Ma non sapremo mai se la palla supererà le spalline gracili del portiere: sta suonando l’allarme, stanno per arrivare i razzi palestinesi.

Ecco cosa succede agli israeliani, spiega il Ministero degli Esteri con un video virale in cui ci sono tutti gli elementi del webmarketing di successo: personaggi che suscitano forte empatia (bambini), un evento esterno da cavalcare nella comunicazione del brand (i mondiali di calcio), il coinvolgimento “inconsapevole” di brand popolari (Barcellona f.c., Unicef, etc.), un video breve ben girato e assai funzionale ai social network.

“Dal 12 giugno almeno 386 razzi sono stati lanciati da Gaza verso il Sud d’Israele puntando deliberatamente target civili”, si legge nel sito del Ministero degli Esteri israeliano a corredo del video. Il lancio dei razzi, deplorevole, ha ucciso finora zero israeliani, tra civili e militari. L’operazione “Margine protettivo”, lanciata lunedì, ha finora (10.30 del 10 luglio, dati Ha’aretz) ucciso 70 gazawi, di cui almeno 13 bambini (proprio come quelli del video). La propaganda 2.0 necessita di 61 secondi filmati per essere sprigionata.


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