Chomsky e Brian Eno: perché abolire l’accordo con la Turchia sui migranti

Pubblichiamo l’appello di DieM25 alle più alte cariche europee affinché venga interrotto l’accordo con la Turchia, definito “un meccanismo perverso e surrettizio con cui gli stati membri negano le proprie responsabilità verso i rifugiati”. Tra i firmatari Noam Chomsky, Brian Eno, Yanis Varoufakis e Slavoj Žižek.

Lo scorso 29 novembre è stato presentato alla Corte di giustizia europea un ricorso per annullamento per conto di Shabbir Iqbal, un rifugiato che dopo un pericoloso viaggio è al momento in Grecia, dove rischia di essere deportato.

Si è chiesto alla Corte di controllare la legalità dell’Accordo tra l’Unione europea e la Turchia dello scorso 18 marzo, ivi comprese le disposizioni sul “ritorno” in Turchia di tutti “i clandestini e richiedenti asilo” arrivati sulle “isole greche” dopo il 20 marzo 2016. L’azione mira ad annullare l’atto nella sua interezza.

Noi, i sottoscritti, crediamo che la Corte di giustizia debba pronunciarsi a favore di questo ricorso, non solo sulla base della sua solidità giuridica e delle prove a suo sostegno, ma anche affinché i membri della più alta corte dell’Unione facciano sì che tutte le leggi e i trattati siano pienamente conformi con il diritto europeo ed internazionale, sia nella forma che nella sostanza.

Con questo ricorso è stata chiesta alla Corte una domanda molto semplice: l’accordo tra l’Unione europea e la Turchia riesce a realizzare il suo presunto obiettivo di “porre fine all’immigrazione clandestina dalla Turchia all’Unione europea”? Oppure è un meccanismo perverso e surrettizio con cui gli stati membri negano le proprie responsabilità verso i rifugiati e richiedenti asilo che arrivano sulle nostre coste, volgendo le spalle a queste vite umane e tradendo – sia nella forma che nella sostanza – ciò su cui è stato fondato questo spazio comune?

Vogliamo porre lo stesso interrogativo a voi, rappresentanti delle più alte istituzioni dell’Unione Europea, chiedendovi di fare un passo avanti e di fermare una volta per tutte questo infame accordo.

Tra i numerosi procedimenti su cui la Corte di Giustizia è chiamata a intervenire, questo potrebbe essere uno dei più cruciali di sempre: la vostra decisione avrà delle conseguenze di vasta portata per il futuro della nostra Unione e per la credibilità delle sue istituzioni.

Vi esortiamo dunque ad agire immediatamente e a fermare questo accordo. Facciamo appello a voi affinché facciate nuovamente vostre le radici umaniste dell’Unione europea, rispettiate l’obbligo di proteggere tutti i diritti umani dei migranti – a prescindere dal loro status – e mettiate fine a delle inutili sofferenze agendo prima che la Corte di Giustizia annulli il vostro patto con la Turchia.


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