Alla riscoperta della semplicità e dei luoghi semplici, apparentemente lontani dalla quotidianità ma decisamente vicini alla nostra morale, alla nostra religione e perfino alle nostre case. È qui, in queste “isole urbane” che operano con tenacia e in silenzio i semplici. Già, sono proprio loro che sono considerati ultimi perché posti all’ultimo posto nella scala gerarchica sociale.
Questo è il tema principale del libro “Gli ultimi” scritto dall’attore e regista Pino Petruzzelli in uscita in questi giorni. Da sempre impegnato nel sociale, Petruzzelli vive e lavora a Genova dove dirige il Centro Teatro Ipotesi. “Gli ultimi che intendo – scrive l’autore – sono persone che riescono a capovolgere le sorti di una vita in apparenza compromessa”. Solitari ma non soli. La dignità prima di tutto. A volte provocano, a volte possono disturbare, ma è la loro semplicità che può dar fastidio. La semplicità è una dote difficile da conquistare (Chaplin).
Petruzzelli accompagna il lettore in un viaggio lungo dieci anni. Incontri sorprendenti che vanno dall’ultimo beduino che vive ancora nel deserto del Negev, a Zeidan, muratore palestinese che si è guadagnato da vivere costruendo il muro della vergogna che separa Israele dai Territori palestinesi. Dal guardaboschi che difende la montagna e la sua cultura, al maestro d’ascia di Lampedusa che conduce una battaglia solitaria contro l’inquinamento, e molti altri. “Non sono perdenti né vincenti; hanno solo scelto altre regole del gioco”.
Con quest’opera, Petruzzelli intende dar “voce” a tutte quelle persone che, nel proprio piccolo, operano con impegno, in ordine alla propria possibilità ed esperienza, per migliorare la società. “Le testimonianze raccolte e inserite nel testo hanno contribuito – scrive nella prefazione don Andrea Gallo – a rafforzare in me la certezza che è dal fondo, ovvero dagli ultimi, che riesci a scorgere l’umanità.
Massimo Maravalli
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