Al Teej Festival la Danza dell’amore. Un rito tra antichità e modernità

Di Susanna Orlandi

Nel mese di luglio è stata avviata la nuova edizione del Teej Festival, manifestazione celebrata con grande entusiasmo dalle donne indiane, che si protrarrà fino alla fine di agosto. Il festival che si svolge nella città di Jaipur, nota per la cura nella diffusione della cultura e delle tradizioni, si vuole fare portatore di due significati, uno religioso e uno climatico. Infatti, parte dell’evento è dedicata  alla celebrazione di Lord Shiva e della dea Parvati i quali, secondo un mito indù, si riunirono dopo una penitenza di 100 anni. Non solo, oltre l’aspetto religioso si festeggia l’arrivo della stagione dei monsoni che pone fine al caldo torrido e fa germogliare la terra, donando sollievo all’intera natura.

Durante le celebrazioni le donne sposate tornano nella casa dei propri genitori per ricordare l’infanzia e ricevere regali dai parenti naturali, dai suoceri e dal marito. Questi doni simboleggiano l’amore tra una coppia sposata e sono offerti alla moglie dopo il rituale digiuno al quale si sottopone per ricevere la benedizione sul proprio amore. Nei giorni che precedono l’apertura del festival, i negozi di abiti sono presi d’assalto e le tonalità più ricercate sono il rosa, il rosso e il verde che costituiscono i colori principali dell’evento. Fondamentale è l’applicazione dell’hennè su mani e piedi che secondo l’intensità del colore, simboleggia per la donna il grado d’amore che riceve dal marito e dai suoi suoceri.

Affascinante ed energetica è la danza praticata all’interno dei festeggiamenti, la Giddha, considerata il ballo dell’amore perché le giovani la dedicano ai propri fidanzati o mariti sfoggiando la propria grazia, eleganza ed elasticità. Inoltre le danzatrici tra un passo e l’altro recitano dei versi chiamati Bolis che rappresentano il meglio della poesia folk e i cui argomenti spaziano dalle vicende familiari agli affari politici. Nessuno strumento, tranne il dholak, accompagna le danze il cui ritmo è scandito dall’essenziale battito di mani delle fanciulle in una sorta di free style creativo e spontaneo.


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