Il Papa contro la Chiesa patriottica cinese: scomunicato vescovo “illeggittimo”

Non basta l’approvazione del Partito. Senza mandato papale niente consacrazione. A Shantou, nella provincia di Guadong, Cina continentale, una nuova ordinazione episcopale è avvenuta illecitamente e la risposta del Papa non si è fatta attendere. Benedetto XVI ha optato per la pena più grave del diritto canonico: la scomunica. Nei rapporti tra la Cina e la Santa Sede si sono sempre alternati periodi di collaborazione e dialogo a quelli caratterizzati da gravi tensioni.

Quello di Giuseppe Huang Bingzhang non è il primo caso di ordinazione illecita del 2011, solo un mese fa la curia cinese era stata lo scenario di un episodio analogo. In un comunicato stampa il Vaticano ha detto che il neo (e già ex) vescovo di Shantou sarà sottoposto alle sanzioni contenute nel canone 1382 del Codice di Diritto Canonico. Secondo la Santa Sede l’uomo non dovrebbe essere riconosciuto da parte dei fedeli cattolici come vescovo, visto che non possiede l’autorità di governare la comunità cattolica diocesana.

A scatenare la decisione irrevocabile del Papa è stato il rapimento di otto vescovi, obbligati a prendere parte alla cerimonia. Pare che siano stati caricati a forza su auto di polizia e funzionari governativi e rinchiusi in un posto segreto fino alla cerimonia del 14 luglio.

Il Vaticano afferma di apprezzare la resistenza dimostrata da parte di quei vescovi che si sono opposti alla cerimonia e riafferma il diritto spettante ai cattolici cinesi di poter agire senza pressioni o condizionamenti, “ossevando la propria coscienza e restando fedeli al Successore di Pietro”.


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