Sono passati più di 6 mesi da quando Wanna e Yohan, due pastori evangelici del Laos, sono stati arrestati dalla polizia locale insieme ad alcuni fedeli. Stando a quanto riporta la Human Rights Watch for Lao Religious Freedom le autorità carcerarie hanno detto che i prigionieri saranno liberi soltanto quando firmeranno un documento di rinuncia alla fede. L’accusa che è stata fatta ai due uomini è di aver organizzato incontri segreti con fini sovversivi. In realtà al momento dell’arresto i due pastori erano riuniti con i fedeli per pregare in occasione del Natale con tanto di permessi necessari dall’autorità di governo.
Migliora invece la condizione delle 18 famiglie cristiane che nel 2010 sono state espulse dal villaggio di Katin nel distretto di Ta-Oih sempre per lo stesso motivo: rifiuto di abiurare la propria fede. Allontanate nei boschi, con la stagione secca sono state costrette a uscire dai margini della foresta dove hanno trovato il sostegno di alcuni contadini della zona che hanno offerto loro un piccolo terreno dove coltivare riso. Tutt’oggi le 18 famiglie vivono in un centro di accoglienza provvisorio nei pressi del villaggio di Katin, nel sud del Laos, ma le loro condizioni sono ancora a rischio.
La situazione dei cristiani nel Laos è in continuo peggioramento, da circa un anno i capi villaggio impediscono ai cristiani di ritornare nelle loro terre, mentre i funzionari hanno imposto alle famiglie della zona di non prestare loro assistenza o rifornimenti di cibo. Lo scopo è quello di “affamare” le persone fino a che non abbandoneranno la loro fede o il loro paese.
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