di Joshua Evangelista
Immaginate i capolavori dell’architettura italiana raccontati a indiani, pakistani, romeni e peruviani, nelle proprie lingue d’origine e per giunta da guide connazionali. È questa la sfida del Fai (Fondo per l’ambiente italiano), una fondazione privata che ha come fine la preservazione dei beni artistici dell’Italia e che da tre anni promuove per gli stranieri visite guidate gratuite in siti di altissimo profilo artistico-culturale. Come la milanese Villa Necchi Campiglio e la veresotta Villa Panza, che il prossimo 18 settembre saranno meta di cingalesi, romeni, ucraini e molti altri stranieri interessati a conoscere il patrimonio artistico della Lombardia. Abbiamo chiesto a Giosi Conte Archetti, presidente dell’Associazione Amici del Fai, di raccontarci l’iniziativa di cui, per altro, è l’ideatrice.
Qual è l’idea alla base delle Giornate Fai per stranieri?
L’idea di base è quella di considerare l’arte come ponte tra culture e, di conseguenza, di utilizzarla come strumento per avviare un dialogo interculturale. Il Fai porta questo discorso da anni. Abbiamo inziato da Brescia, una delle città con il più alto tasso di immigrazione straniera, e dopo il grande successo abbiamo deciso di adottarlo a livello nazionale.
Cosa ha spinto il Fai a promuovere l’iniziativa?
Siamo un ente privato che lavora per il pubblico. Il Fai diventa proprietario di beni come palazzi e castelli e dopo averli restaurati li apre al pubblico. Fa quello che lo stato non è sempre in grado di fare fare. Quindi abbiamo ritenuto opportuno permettere anche agli immigrati e ai nuovi cittadini di usufruire di questa opportunità tramite guide in lingue. Diverse persone straniere selezionate, che hanno fatto concorsi e corsi ad hoc, faranno da guide ai loro connazionali.
Stiamo parlando di volontariato?
No, avranno un compenso. È giusto che vengano retribuiti. Le guide turistiche italiane non fanno volontariato. Uno degli scopi è proprio quello di preparare queste persone ad una professione, anche se inizialmente non potrà essere un vero e proprio stipendio.
Qual è l’approccio degli stranieri ai beni culturali e artistici da voi gestiti?
All’inizio pensavamo di fare qualcosa di inutile, invece abbiamo riscontrato in loro un interesse davvero notevole. Ovviamente i numeri non sono paragonabili a quelli di una partita di calcio, ma questo vale anche per l’approccio degli italiani ai musei. Così abbiamo deciso di continuare il progetto. E negli anni ho capito una cosa…
Mi dica.
La mia impressione è che la cultura, intesa come la conoscenza della bellezza e del patrimonio locale, sia una necessità. Tanti dei partecipanti alle nostre giornate ci hanno detto che pur vivendo da molti anni in Italia nessuno li ha mai introdotti alla conoscenza dei monumenti cittadini. Ci hanno ringraziato per esserci presi la briga di spiegare qualcosa. “Abbiamo visto la città con altri occhi”, ci hanno detto in molti.
Avete avuto riscontri dalle istituzioni?
A livello locale abbiamo visto molto interesse. A Brescia abbiamo organizzato un corso artistico-culturale per chi fosse interessato a far conoscere città e musei ai propri connazionali. In pratica stiamo parlando di persone autorizzate dal comune ad accedere a siti di grande attrazione potendo raccontarli nella propria lingua: un bel riconoscimento. Siamo solo all’inizio della fase “nazionale” del progetto, ma se altre città continueranno con queste iniziative…
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[…] come mediazione culturale. La sfida intrapresa con successo dall’Associazione Amici del Fai (leggi la nostra intervista) prosegue, grazie al contributo di Fondazione Cariplo, con l’organizzazione di corsi […]
[…] Arte, ponte tra le culture. Domenica 18 dalle 10 alle 17, Villa Necchi Campiglio (via Mozart 14). Il FAI e l’Associazione Amici del FAI promuovono il progetto “Arte. Un ponte tra culture” per diffondere l’arte e la storia locale anche tra i nuovi cittadini, favorendo la reciproca conoscenza e lo sviluppo di un comune sentimento d’identità e appartenenza. In occasione della Giornata Europea del Patrimonio, sarà possibile visitare gratuitamente, accompagnati da una guida, la casa-museo. Le visite saranno effettuate in arabo, albanese, francese, inglese, italiano, portoghese, rumeno, spagnolo, tagalog e ucraino. Leggi l’intervista all’ideatrice dell’iniziativa Giosi Conte Archetti. […]