L’articolo 30 della nuova Costituzione marocchina, approvata con un referendum, permette agli stranieri residenti nel Paese di partecipare alle elezioni locali. Le prime conseguenze positive di questa innovazione le vivranno i marocchini stessi.
Infatti il governo spagnolo ha dato il proprio consenso a concedere il diritto di voto amministrativo alla comunità marocchina. Circa cinquecentomila marocchini residenti in Spagna, quindi, potranno partecipare alla vita politica locale.
L’apertura viene da Trinidad Jimenez, ministro degli Affari esteri e della cooperazione, che ha sottolineato con enfasi la reciprocità come base della concessione. “Ora che la Costituzione marocchina apre la possibilità agli spagnoli“, ha dichiarato Jimenez, “ firmeremo accordi che devono essere reciproci“.
Il principale partito di centro-destra spagnolo, il Partido Popular (Pp), si è dichiarato estremamente contrario a questa eventuale apertura. Ciò preoccupa maggiormente è che Ceuta (una delle due colonne d’Ercole, sulla punta più a nord del territorio marocchino, l’altra è Gibilterra) e Melilla (un’isola situata sulla costa del Marocco) sono reclamate dal 1982 dal governo marocchino. Benchè territorialmente appartenenti al Marocco o comunque a esso limitrofo sono infatti giuridicamente appartenenti alla Spagna. Si rischierebbe quindi, secondo il Pp, che i novemila marocchini residenti nelle due isole (governate attualmente dallo stesso Partido Popular) possano portare “gravi conseguenze” se dovessero ottenere il diritto di voto amministrativo.
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