Bellissima, occhi verdi, comunista, piercing al naso. È Camila Vallejo Dowling, una ragazza cilena di 23 anni che è riuscita a far scivolare la popolarità del Presidente Sebastián Piñera dal 70% (per via del salvataggio dei minatori) al 35% attuale. Camila, figlia di genitori comunisti, legge a 18 anni Bakunin e ne rimane colpita per la descrizione delle strutture del potere. Dopo essere entrata a far parte della Gioventù Comunista Cilena, si iscrive presso la Facoltà di Geografia dell’Università di Santiago, e a novembre 2010 è eletta Presidente della Fech (Federazione degli studenti dell’Università Cilena) e dopo qualche mese diventa leader della ribellione studentesca più straordinaria e sentita del dopo Pinochet. Gli obiettivi della ragazza sono chiari: scuola gratuita e di qualità contro l’istruzione dispendiosa e classista che esiste in Cile e in molti Paesi sudamericani dai tempi della dittatura; in Cile perfino gli istituti pubblici sono a pagamento (per un massimo di 1000 € annuali, circa), e le famiglie meno abbienti, pur di permettere ai propri figli di continuare a studiare, si indebitano per tutta la vita.
Il processo di privatizzazione dell’istruzione cilena inizia prima degli anni Ottanta, quando il Ministero dell’Istruzione gestiva l’amministrazione del 90% dell’istruzione pubblica, finanziata dallo Stato. Poi, dal 1981, il sistema d’amministrazione è passato ai municipi. Così le istituzioni scolastiche cominciano a finanziarsi con una quantità definita per alunno: se diminuiscono le iscrizioni, diminuisce anche il finanziamento, secondo la logica di mercato. In Cile, inoltre, sia le scuole pubbliche che quelle private ricevono fondi statali, ma gli istituti privati possono contare anche sul contributo delle famiglie. A sfavorire l’iscrizione presso le scuole pubbliche in favore di quelle private, ci pensa il Sistema di Misura di Qualità dell’Educazione che misura la qualità d’apprendimento degli studenti in modo standard. Inizia così una campagna sulla stampa in cui gli istituti pubblici hanno mediocri risultati, e questo è inevitabile, in quanto nelle scuole municipali si concentra una grossa maggioranza di popolazione meno abbiente. Così gli istituti privati selezionano gli alunni con maggior livello socio-culturale e rendimento scolastico. Gli istituti pubblici continuano a resistere, nonostante oggi solamente 20 municipi su 350 garantiscano un’istruzione pubblica. E oggi i finanziamenti pubblici continuano a diminuire: nel 1990 il 74% dell’istruzione era statale, oggi solo il 37%, e la media continuerà a diminuire. Le università, anche se statali, come ricordato qualche riga sopra, non sono mai gratuite: quelle più prestigiose arrivano a costare anche 5500 $ all’anno, con un numero insufficiente di borse di studio.
L’investimento cileno sull’educazione è pari allo 0,84% del PIL (nel 1973 era del 7%): non sorprende, dunque, che studenti di università pubbliche e private si siano ritrovati fianco a fianco per osteggiare il progetto di legge “Gave” – che prevede un innesto massiccio nell’istruzione – e le ultime scandalose dichiarazioni del Presidente Piñera, secondo il quale “l’istruzione è un bene di consumo”. Tali affermazioni non possono aver lasciato indifferente l’opinione pubblica, visto che l’81% dei cileni appoggia il movimento studentesco di Camila, e, qualche giorno fa, il Ministro dell’Educazione Joaquín Lavín è stato trasferito in un altro dicastero.
Le manifestazioni e le marce del gruppo studentesco, davanti al Palazzo della Moneda, riprendono la creatività e la vivacità culturale degli “Indignati” spagnoli, e tali raduni sono riusciti a coinvolgere dalle 70.000 alle 200.000 persone che dicono no a un’istruzione classista e dicono sì al diritto gratuito allo studio.
Camila è riuscita a far parlare di sé in tutto il mondo, anche per via delle frequenti interviste presso i media più prestigiosi del Paese. “Non ho scelto il mio aspetto fisico”, afferma Camila a quanti, maliziosamente, commentano le belle fattezze della ragazza, “mentre ho scelto le ragioni della mia protesta”. E aggiunge: “Non ho tempo per un fidanzato e penso che rimanderò la discussione della tesi di laurea in tempi migliori”. Magari, quando anche in Cile ci sarà un’istruzione gratuita e di qualità.
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[…] Camila Vallejo, la dirigente che nel 2011 è divenuta la leader della mobilitazione studentesca per richiedere un’educazione pubblica gratuita e di qualità, sarà candidata a deputato nelle prossime elezioni di novembre. Ad annunciarlo ieri è stato il partito Comunista (PC). […]
[…] Vallejo, leader del movimento giovanile dei comunisti cileni, è in Italia (qui la nostra scheda su di lei). Simbolo delle manifestazioni universitarie per il mantenimento dell’istruzione […]
Avete capito tutti….é possibile che gli italiani non si rendano conto che dietro Camila c’è un grande movimento studentesco e sociale?, sapete che per noi cileni l’educazione è una cosa importantissima, fino al 1973, con Salvador Allende, l’insegnamento dall’Asilo nido fino al titolo universitario sempre era stato gratuito, con il dittatore Pinochet e le teorie “di mercato” di un cervello che chiamato Milton Friedman hanno reso l’educazione un privilegio solo per chi poteva permettersi di pagare. I cileni, si sono stancati di questa, a dir poco desiguaglianza, e hanno detto Basta, e Camila Vallejo é la loro rappresentate.
Vamos que se puede!!!
Non sono i suoi occhi belli, non è la bellezza, e nemmeno l’ ideologia ma è il suo impegno, il lottare per ciò che si crede, difendendo lo studio non come un bene di consumo ma come un diritto per tutti, un’ istruzione per tutti e di qualità,un libero accesso per tutti.Le famiglie meno abbienti, per permettere ai propri figli di continuare a studiare non si devono indebitare per tutta la vita,
Brava e molto coraggiosa Camilla..continua a lottare perche le Università e le scuole statali diventino migliori e accessibili a tutti specialmente a quelli che non possono permetttersi le Private, te lo dice una che si è laureata in Pedagogia nell’Università del Cile con sede a La Serena, negli anni 70..mio padre era agricoltore..povero..ho pagato solamente una piccola matricola conforme al reddito e poi ho studiato pratticamente gratis..mi meraviglia vedere come la situazione delle Università sia così cambiata negli anni..tutto al privato..speriamo troviate una soluzione..
bravo Manuele…e poveraccia Kamyr…non ha idea di cosa siano altri paesi…dire che nel Cile non abbiamo idea ancora di cosa vuol dire pensiero libero e movimento orizzontale parla di un livello di ignoranza terrificante….certamente una ignoranza che Camila Vallejo non ha….. non centra niente che sia comunista, che sia carina o altre stupidaggini, centra che è una ragazza che sta facendo un lavoro magnifico per finire con una ingiustizia che purtroppo ancora esiste in molti posti…. dover pagare per imparare….
incredibile la maturità di questa ragazza…..penso a mia figlia che ha la stessa età….eppure ho cercato in tutti i modi di…..
Ha solo ventitre anni ! In Cile non credo sappiano ancora cosa vuol dire pensiero libero e movimento orizzontale! Anche da noi sono ancora troppi i giovani o meno che non riescono a concepire la possibilità che la propria mente possa confrontarsi con quella dei ‘delegati’. E’ triste ma è così! Sono d’accordo con Miriam che è un’idea da ripudiare la ricerca di un leader e chi lo fa deve ancora imparare a respirare! Avere un capo significa ricadere nelle vecchie abitudini. Essere comunista è un’affermazione che non ha mai trovato il suo senso nella storia. Poi essere comunista e leader sono due affermazioni autocontradicentesi.
Si, indubbiamente sta facendo cose importanti per Il Cile, ma speriamo che scopra che la cosa più importante è dare il potere al popolo e poi ritirarsi in buon ordine. Perchè di un altro uomo politico al potere non saprei proprio che cazzo farmene!
meravigliosa, ce ne fossero in italia di donne così coraggiose…….ti stimo molto e ti auguro il meglio per te e il tuo paese!
con tutto il rispetto. giuro che non voglio offendere nessuno ma..peccato per l’incipit…. “bellissima, occhi verdi”…
l’italian style non si smentisce mai…. di stare per una volta sulla sostanza e non sulla f…a non ce la possiamo proprio fare?
no, è impossibile… se fosse stata un “cesso” non credo ne avrebbero parlato…
?!?! Vi rendete conto che siete VOI quelli che stanno facendo un pippone sulla bellezza?! Questa è carina, punto e basta! ma anche se fosse stata un cesso, se ne sarebbe parlato, perché sta facendo cose importanti per il suo paese. Secondo me quelli che si fermano alle apparenze (di una persona e di un articolo siete voi…) Avete letto oltre la prima riga, almeno? Vi siete accorti che c’è scritto altro oltre che lei è carina e ha un piercing?! Mah…
LaJoe ho pensato la stessa cosa: qui tutti fanno gli alternativi, ma i VERI stereotipi se li tengono ben stretti. Fa quasi più notizia che sia una donna a guidare il movimento che non il movimento in sé.
Scommetto che se si fosse trattato di un “Camillo” non si sarebbe menzionato il suo aspetto fisico.
Benvengano movimenti nuovi…ma non cadiamo nuovamente nell’errore di rendere più importanti gli ideali che le idee.
La vera rivoluzione sarà la democrazia partecipativa di più cittadini possibile(come la nuova costituzione Islandese redatta con i consigli scritti su Facebook).
credo che si debba evitare di scivolare nell’errore di sempre: la ricerca affannosa dei leader! questo movimento, la “global revolution”, vuole essere ed é UN MOVIMENTO ORIZZONTALE. A me non importa nulla degli occhi verdi di Camila o dei suoi fidanzati, dei suoi genitori o altri pettegolezzi. Vogliamo cominciare a fare informazione? IDEE, LOTTE, SOLUZIONI…c’é tanto da dire e da spiegare, per favore, basta perdere tempo, ne abbiamo giá perso abbastanza!!!!
Cordialmente
un indignata si sangue e nazionalitá italiana, contenta di vivere in Spagna in questo momento storico senza ritorno.
miriam
concordo Miriam
daccordo Miriam, anche il fatto che sia comunista non e’ dirimente.
il fatto che sia comunista invece è indicativo della linea politica che il movimento vuole esprimere. La scuola pubblica e allo stesso tempo di qualità, accessibile a tutti, in tempi di neoliberismo sfrenato, è una battaglia che dà una forte virata a sinistra. il movimento studentesco italiano forse ha sbagliato anche in questo: non si è preso la responsabilità di definirsi politicamente per paura di nn perdere pezzi e consensi. Non ha rischiato e conseguentemente non si è posto come alternativa e non ne ha probabilmente proposta una totale, ma si è semplicemente limitato alla contingenza che potremmo definire quasi “sindacale”. Saliti (inutilmente) al colle, si sono fermati. risultati = 0.
Non credo si possa impiccare se è bella. Comunque amo il tuo pensare Miriam!