Disoccupazione alle stelle, Zapatero chiude le porte a bulgari e rumeni senza lavoro

di Martina Strazzeri

Il governo Zapatero ha reintrodotto, per rumeni e bulgari, il permesso di lavoro come requisito per ottenere la residenza in Spagna. Agì nella medesima maniera nel 2007 quando, in seguito all’adesione di Bucarest e Sofia all’Unione Europea, venne adottato un provvedimento che richiedeva l’obbligo di un permesso di lavoro a cittadini romeni e bulgari che chiedevano la residenza in territorio spagnolo.

Secondo alcuni si tratterebbe di un cambio di posizione della sinistra, per altri sarebbe invece il risultato di un calcolo politico per ottenere posizioni nei sondaggi. In seguito alla notizia che il governo procederà allo scioglimento delle Camere il 26 settembre, sembrerebbe essere più la seconda soluzione. Per via delle pressioni provenienti dal resto d’Europa, nel 2008 il governo si era trovato costretto a rinunciare alla moratoria fino al 2014. Tuttavia, il 22 luglio scorso, il governo Zapatero ha rinnovato il divieto di ingresso agli immigrati, per rispondere all’emergenza della disoccupazione, che ha investito tutta la Spagna.

Una fonte dell’esecutivo avrebbe detto che attualmente nemmeno i cittadini spagnoli sono in grado di trovare lavoro, quindi sarebbe impossibile anche per gli altri. Il portavoce José Blanco ha riferito che lo scopo è quello di regolare l’afflusso dei romeni in base ai bisogni del mercato del lavoro e di evitare che possano finire nel lavoro lavoro o che possano essere vittime di abusi e sfruttamenti. Blanco ha continuato dicendo che il provvedimento non colpisce coloro che attualmente vivono in Spagna, ma solo coloro che effettuano l’ingresso per la prima volta.

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Il portavoce della Commissione europea David Boublil ha detto che la moratoria deve essere oggetto di approvazione da parte dell’Ue. Inoltre, la norma risulta essere contraria a ciò che viene sancito all’interno dei patti di Schengen, i quali prevedono la possibilità di simili provvedimenti solo in casi eccezionali. La Romania e la Bulgaria hanno aderito all’Ue nel 2007, però il trattato stabilisce una moratoria di 7 anni in base alla quale solamente dal 1° gennaio del 2014 i loro cittadini potranno godere della piena circolazione in Europa. Dall’apertura delle frontiere la popolazione romena in Spagna si è quadruplicata e ad oggi in base ai dati di maggio, sono presenti all’interno delle città spagnole più di 86 mila romeni, tra i quali all’incirca 50 mila sono senza lavoro. Da notare che il tasso di disoccupazione in Spagna è il più alto all’interno dell’Unione Europea, più del 21%.

Questo nuovo provvedimento sarebbe in grado di cambiare i patti di Schengen. Anche, se a quattro mesi dalle elezioni anticipate, tutto sembra far pensare ad una scelta politica di Zapatero con lo scopo di ottenere quei consensi persi. Anche se Zapatero decidesse di non ricandidarsi, comunque il suo partito è in ribasso: infatti come mostrano i sondaggi il il candidato della sinistra Alfredo Perez Rubacalba è in netto svantaggio rispetto a quello del partito popolare Mariano Rajoy.


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