Il decreto Maroni sui rimpatri è legge. Nei CIE fino a 18 mesi

Il decreto espulsione è legge: l’aula del Senato ha approvato con 151 sì e 129 no il decreto Maroni sui rimpatri. Favorevoli PDL e Lega, contrari PD, UDC, IDV.

La maggioranza degli articoli del decreto si rivolgono agli immigrati irregolari ritenuti “potenziali” terroristi, si allunga da 6 a 18 mesi la permanenza nei CIE (centri di identificazione ed espulsione) e da 5 a 7 giorni  il termine entro il quale il clandestino deve lasciare il territorio nazionale su ordine del questore.

La Lega chiede alla NATO che si occupi della prevenzione dei flussi migratori non controllati diretti dal Maghreb verso l’Europa, oltre che della prestazione dei necessari soccorsi ai natanti che risultassero in difficoltà.

Nel frattempo l’opposizione reagisce: per il PD, il decreto Maroni è una legge “ gravissima e tecnicamente inaccettabile” e “un ordine del giorno di cattivissima propaganda politica”.

La Cgil, che ha promosso un sit-in contro il decreto rimpatri davanti al Senato, ritiene che l’allungamento di permanenza presso i CIE e i CARA (centri di accoglienza richiedenti asilo) sia una “reclusione forzata ingiusta e sbagliata” per gli immigrati irregolari e che questi centri di accoglienza stiano collassando per via della loro inadeguatezza e disorganizzazione di fronte all’emergenza sbarchi.


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