di Joshua Evangelista
E pensare che una volta si dicharava amico del presidente Assad. Ali Ferzat, il sessantenne vignettista siriano al quale due giorni fa sono state spezzate le dita, nel 2007 aveva avvisato il governo: o si fanno riforme serie o qui sarà una catastrofe colossale. E le sue molteplici denunce contro la corruzione del suo e degli altri paesi arabi lo avevano portato ad essere scomodo. Saddam Hussein lo aveva persino minacciato di morte. Acutissimo, disincantato nei confronti del potere ma “sognatore” verso le aspirazioni dei popoli, ultimamente Ferzat aveva preso di mira l’invito del presidente iraniano Ahmadinejad a cercare un dialogo tra Assad e le forze dell’opposizione.
Del resto le ironiche coincidenze che hanno segnato i rapporti tra il presidente siriano e il disegnatore sono molteplici: Ferzat è nato ad Hama, proprio dove un carro armato dell’esercito ha portato distruzione il giorno prima dell’inizio del ramadan; prima di diventare leader della Libia, Assad aveva visitato una mostra di Ferzat e, rimastone molto colpito, aveva detto che le sue vignette censurate avrebbero meritato di essere pubblicate ovunque (a quel tempo governava suo padre Hafez). Ma la storia ha preso un altro corso, Assad è diventato presidente e il giornale dove Ferzat pubblicava, il satirico al-Domar (“il Lampione”), è stato fatto chiudere forzatamente nel 2003.
Di seguito una selezione delle ultime vignette di Ferzat prima dell'”incidente”, sempre più apertamente contro il regime e contro i grandi attori della geopolitica mediorientale. Trovate tutti i suoi lavori su: http://www.ali-ferzat.com
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