“Uccisi 85 civili tra cui 33 bambini”: governo libico accusa le bombe della Nato

Il portavoce del governo libico di Gheddafi Moussa Ibrahim riferisce che alle 23 dell’8 agosto, un raid aereo Nato avrebbe causato la morte di 85 civili nel villaggio di Majer, a una decina di chilometri da Zliten, città al momento nelle mani delle forze governative dove da diversi giorni sono in corso furiose battaglie tra i ribelli e l’esercito di Tripoli. Il bombardamento della Nato, secondo le affermazioni di Ibrahim, avrebbe causato “un massacro di civili, tra cui 33 bambini” il tutto per “favorire l’avanzata dei ribelli da sud”. Il regime avrebbe già diffuso la notizia sui media locali, mostrando le immagini di donne ferite negli ospedali e i corpi carbonizzati di alcuni bambini dopo il raid aereo.

Il portavoce delle operazioni Nato in Libia, Roland Lavoie, ammette che Zliten rientra negli obiettivi militari per via di una “struttura militare utilizzata dalle forze pro-Gheddafi  come punto di appoggio per rafforzare i propri attacchi contro i ribelli. Al momento”, aggiunge il colonnello Lavoie, “non ci sono conferme di vittime civili, anche se non si possono escludere. Zliten era un obiettivo legittimo, e l’attacco alla struttura militare ha ridotto la capacità del regime di nuocere a civili”.


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