Alla scoperta del Senegal sacro e segreto: il rito del Kankouran

di Valentina Pomatto

Una folla si riversa per le strade del nostro quartiere, a Mbour, città delle Petite Cote senegalese. Il gruppo, di composizione maschile, segue una figura completamente ricoperta di rami, foglie, pezzi di corteccia, con il volto mascherato. Nella parata, che procede a passo sostenuto e accompagnata dal ritmo incalzante dei tamburi, i seguaci portano tra le loro mani bastoni e rami e seguono la cadenza ritmica intonando canti. Fra loro, si distinguono molti bambini e ragazzini in tunica bianca: sono i “nuovi circoncisi” e stanno partecipando a questo evento chiave del loro rito di iniziazione, che segna il passaggio all’età adulta.

Ogni anno, generalmente nel mese di agosto o di settembre, la comunità di etnia mandinga della Gambia e del Senegal celebra questo rituale iniziatico nei villaggi e nelle città della regione della Casamance e a Mbour.

La circoncisione, che avviene generalmente tra il sesto e l’undicesimo anno d’età, è considerata una pratica obbligatoria nell’islam ed è accompagnata da un rituale ben definito, dall’intervento stesso, al ritiro nel bosco sacro o presso la “case des hommes” per un mese, all’uscita pubblica con una parata per le strade della città al seguito si questo misterioso essere mascherato, chiamato Kankouran, che riveste un forte valore simbolico: incarna l’ordine e le regole sociali, esorcizza le paure collettive e protegge i ragazzini che dopo la circoncisione sono diventanti uomini. Il Kankourgan, nome che indica allo stesso tempo la maschera e il rito, assicura la trasmissione e l’insegnamento ai bambini circoncisi di una serie di valori e di regole sociali, tra cui la coesione di gruppo, il rispetto per gli anziani e per l’istituzione familiare, l’importanza del silenzio.

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All’arrivo della parata si respira un clima festoso e allo stesso tempo inquietante: il gruppo in marcia sprigiona una forte energia come un fiume che inonda prepotente le strade sabbiose della città in attesa.

La popolazione, accorsa da tutta Mbour e da altre zone del Paese, assiste affascinata e impaurita all’uscita pubblica dello spirito dei circoncisi. Soprattutto le donne e i turisti restano a debita distanza dal gruppo in cammino e, seguendo le indicazioni ricevute, evitano di guardare in volto il Kankouran, custode di segreti antichi; la folla, sovreccitata, può rivelarsi aggressiva e sono già avvenuti in passato episodi violenti nel corso di questa manifestazione.

Il Kankourang è un rito antico, originario del “Komo”, una società segreta di cacciatori, la cui organizzazione e le cui pratiche esoteriche hanno contribuito alla definizione della cultura della comunità mandinga che per questo mantiene viva nel tempo, con fierezza e orgoglio, questa tradizione.

Tuttavia, questo evento è atteso e celebrato da tutta la popolazione, dal momento che altre etnie hanno reso proprio questo rituale (i bambara, i soninké, i serère) e la città intera si sente coinvolta, con grande piacere di commercianti, albergatori e ristoratori, che nel mese del Kankouran vedono crescere il loro giro d’affari.

Nel 2005 l’UNESCO ha proclamato il Kankouran “patrimonio morale e immateriale dell’umanità”, per preservare questo rito e favorirne la perpetuazione, contrastando la tendenza attuale che vede un progressivo abbandono di questo genere di manifestazioni a causa della crescente urbanizzazione e della riduzione dei boschi sacri.

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Ed è così che anche quest’anno, dal 4 settembre al 2 ottobre, si ripete questo evento sacro e popolare, tra i timori di chi prevede possibili disordini e perturbazioni dell’ordine pubblico, le critiche di chi vorrebbe l’abbandono di pratiche tradizionali che possono rivelarsi nefaste come la circoncisione e l’entusiasmo della popolazione locale che rinnoverà l’adesione alla propria cultura fondante.

Se ti è piaciuto questo articolo non perderti le altre puntate del reportage dal Senegal di Valentina Pomatto.


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