Al grido di “Vogliamo libertà religiosa! Lunga vita al Dalai Lama” due monaci tibetani di 18 anni si sono dati fuoco nella provincia cinese del Sichuan, per protestare contro le nuove dichiarazioni cinesi, ritenute illiberali e autoritarie, sulla guida spirituale tibetana.
Il portavoce degli Esteri cinese Hong Lei ha infatti dichiarato che “il titolo di Dalai Lama è conferito dal governo centrale cinese e si considera illegale ogni eccezione”.
Il Dalai Lama ha intenzione di scegliere il proprio successore in accordo con i leader spirituali tibetani, e qualora dovessero essere i cinesi a nominarne uno nuovo, questo non sarebbe altro che un falso. “Nessuno, nemmeno la Cina, ha diritto di decidere chi sarà e dove nascerà la mia prossima reincarnazione”, ha dichiarato con decisione il leader spirituale.
La Cina ha interrotto le comunicazioni con il monastero di Kirti dove i due monaci si sono dati fuoco; il monastero era già sotto stretto controllo da mesi per le proteste nei confronti del governo di Pechino.
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