La rete si mobilita per salvare la vita a Kate Omoregbe, la ragazza nigeriana detenuta nel carcere di Castrovillari per possesso di sostanze stupefacenti e che, una volta scarcerata e espulsa dal Paese, rischierebbe la lapidazione. La donna era fuggita dalla Nigeria dieci anni fa dopo aver rifiutato la conversione all’islam e il matrimonio combinato dai suoi genitori con un uomo molto più anziano di lei.
“Aiutiamola!”, “Salviamola dalla barbarie della lapidazione!” questi i post che gli utenti di Facebook e Twitter scrivono nei diversi gruppi creati appositamente, i quali si occupano anche di diffondere l’appello del sito internet Care2, www.thepetitionsite.com che vanta già di oltre 10mila firme. Su Facebook in particolare è nata la pagina “no alla lapidazione di Kate Omoregbe” dove 800 persone si stanno impegnando per diffondere l’appello cercando di organizzare una petizione online. A rispondere all’appello sono gruppi molto seguiti come “informazione libera” con oltre 600mila iscritti, oppure “se non ora quando?” che conta oltre 50mila aderenti. Mentre su Twitter i post si susseguono con una media di 1000 messaggi al giorno.
Per firmare la petizione: http://www.thepetitionsite.com/1/appeal-to-save-kate/
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