di Giancarlo Pini
I veri vincitori sono loro, il “Piraten Partei”, il partito dei pirati. Chiaramente sconfitta è invece la Cdu della Merkel trascinata a fondo dal suo alleato più piccolo, il partito liberal-democratico tedesco.
Le elezioni locali del 18 Settembre 2011 nella città-stato di Berlino infatti hanno visto scomparire la compagine liberale, passata da un glorioso 15% all’1,8%, peggior risultato di sempre. La coalizione di maggioranza di governo Cdu-Fdp, non ha toccato nemmeno il 25% dei consensi, seppur il partito Demo-cristiano abbia raggiunto il 23% aggiungendo 2 punti percentuali alle elezioni precedenti.
L’euroscetticismo imposto come nuova linea politica dai Liberal-democratici e soprattutto dal suo ministro dell’economia Philipp Roesler – tra l’altro segretario nazionale della Fdp, succeduto all’attuale ministro degli esteri Westweller dal 13 maggio 2011 – non ha creato – tra i ceti medi impauriti dalla crisi e irritati dal salvataggio delle economie europee in difficoltà – i consensi elettorali sperati.
Questo populismo anti-europeista, legato a interessi elettorali, non ha fatto guadagnare un solo voto ma ha anzi quasi cancellato la Fdp dalla realtà territoriale berlinese estromettendola dal parlamento cittadino. La vera sorpresa del voto invece, oltre alla ormai radicata compagine dei Verdi – passata dal 13% di cinque anni fa al 18% attuale – è il nuovo “Piraten Partei”, che ha incanalato quel voto di protesta presente in tutte le realtà nazionali, come gli “indignados” spagnoli o il “Movimento a 5 stelle” in Italia, anche se ben diverse sono queste realtà da quella dei “Pirati” tedeschi.
Il loro movimento si è infatti presentato alle elezioni con richieste precise: liberalizzazione dei diritti d’autore, delle droghe leggere, accesso gratuito e illimitato ad internet, non criticando quindi il sistema dei partiti nel suo insieme. Il partito è molto giovanile, per questo ha attecchito facilmente tra le nuove generazioni internettiane e proprio grazie ad un programma incentrato sulla libertà d’internet è riuscita a raggiungere l’8,5% dei voti entrando per la prima volta in un parlamento regionale tedesco.
Per i prossimi 5 anni così come è stato per questi 5 precedenti, la capitale tedesca, sarà governata dal centro-sinistra, seppur diversa da quella composta dalla Spd e dalla Linke. Il sindaco socialdemocratico uscente Klaus Wowereit, che ha visto la vittoria del suo partito solo grazie al mito della sua figura e non grazie ai programmi per la città, avendo incassato la sconfitta del suo alleato più estremo, dovrà scendere a patti con i Verdi e il nuovo Partito dei pirati. La Linke, cioè i post-comunisti, è passata infatti dai tempi gloriosi del periodo appena successivo alla caduta del muro, dove conseguiva in questa zona circa il 30% dei voti con picchi anche del 40-50 nelle zone più periferiche della Berlino est, giungendo al misero 11,5% dei consensi attuali. Una notizia positiva per i conservatori cristiani che, per la prima volta dopo decenni, vedono spezzato il predominio dell’estrema sinistra (Spd-Linke) nel controllo cittadino.
L’euroscetticismo è stato ben presto ribaltato a favore della richiesta di maggiore libertà individuali, civili e sopratutto nella rete, a favore di una più attenta considerazione dell’ambiente e dell’ecologia. La notizia più grande del voto berlinese è proprio questa e può far sperare tutti i cittadini europei, tedeschi e non. Benché il messaggio euroscettico abbia attecchito nelle fasce di popolazione più plasmabili e facilmente suggestionabili, non è infatti ancora quel movimento trasversale di massa che la classe politica tedesca aveva immaginato.
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