Terrore a Nuova Delhi, dove un potente ordigno nascosto dentro una valigetta, è esploso davanti la sede dell’Alta Corte uccidendo 11 persone e ferendone 66. Al momento dell’esplosione infatti un centinaio di cittadini erano in fila per entrare nell’edificio, situato al centro della capitale indiana. A rivendicare l’attentato via email ai media indiani, è stato il gruppo islamista Harkat-ul-Jihad-al Islami (Huji) che ha minacciato ulteriori attacchi se non verrà annullata la pena di morte per Mohammed Afzal Guru, militante condannato per un attentato al Parlamento indiano nel 2001. Il primo ministro, Manmoahn Singh, ora in visita in Bangladesh, ha parlato di “atto codardo di natura terrorista” per poi dire che questa situazione è una vera e propria guerra nella quale tutti i partiti politici e tutto il popolo indiano, devono restare uniti per sconfiggere il nemico terrorista. Non è la prima volta che l’India subisce gli attentati dei terroristi: nel 2008 con l’assedio a Mumbai, 10 militanti islamici causarono la morte a 166 persone, o nel febbraio del 2010, quando una bomba davanti a un ristorante della città di Pune ha causato 16 vittime e come l’ultimo risalente al 13 luglio, dove tre bombe piazzate a Mumbai hanno ucciso 26 persone.
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