della nostra corrispondente Valentina Pomatto
A Fanaye, comunità rurale a 150 km da Saint Louis, nel Nord del Senegal, è scoppiata la rivolta. Il 26 ottobre i cittadini hanno protestato contro la decisione del Consiglio della Comunità Rurale di concedere 20.000 ettari di terra alla società italiana “Senathol Abe Italia” per la realizzazione di un progetto di produzione di biocarburante attraverso la trasformazione della patata dolce.
Si sono verificati duri scontri tra i cittadini favorevoli al progetto (in particolar modo i consiglieri della Comunità Rurale) e i membri del Collettivo per la Difesa delle Terre di Fanaye, che hanno provocato la morte di 3 persone e il ferimento di altre 21.
Il presidente della Comunità Rurale è stato ostaggio della popolazione per circa 40 minuti e la “maison communautaire” è stata bruciata e distrutta.
Il Collettivo per la Difesa delle Terre di Fanaye, facendosi portavoce degli abitanti contrari al progetto, evidenzia le gravi conseguenze che questo comporterebbe: lo spostamento forzato di numerosi villaggi, la distruzione di migliaia di ettari di foresta, la perdita di una grande quantità di bestiame, la profanazione di un cimitero e di una moschea, oltre alla perdita del lavoro per gli agricoltori e gli allevatori residenti nella zona interessata. Se si pensa che questi 20.000 ettari rappresentano una superficie coltivabile e di passaggio per il bestiame, non stupisce che la tensione per la proprietà della terra nella comunità sia salita rapidamente.
Il Collettivo lamenta inoltre il fatto che la popolazione non sia stata debitamente ascoltata, consultata e inclusa nel processo di definizione del progetto.
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