Tintin, fumetto ideato dal belga Georges Remi, in arte Hergé, e da pochi giorni nei cinema, è razzista.
Gli inglesi la pensano così e hanno censurato il secondo episodio della serie a fumetti.
Tintin è figlio della sua era, nasce negli anni ’30, mentre il Belgio è una potenza coloniale. E nel secondo episodio va in Congo dove descrive, con termini poco apprezzabili, la popolazione africana: «un popolo di ignoranti», «sottosviluppato», gente «meno intelligente» dei conquistatori bianchi.
Un linguaggio legato all’epoca, che però ha fatto scattare l’allarme in alcune librerie del Regno Unito, dove il fumetto è esposto nella sezione per adulti, con l’avvertimento “contiene frasi razziste”.
Molti hanno considerato il provvedimento alquanto esagerato, non ravvisando pericolo in un fumetto scritto 80 anni fa. Ma nella catena delle librerie Waterstones, Tintin in Congo ha subito la censura con la motivazione che “potrebbe finire nelle mani sbagliate, nelle mani di bambini e ragazzini facilmente condizionabili”.
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