Il prossimo 11 gennaio, in occasione della giornata Usa per la sensibilizzazione sul traffico di esseri umani, l’associazione “Freedom Climb” ha organizzato una scalata della vetta del Kilimangiaro alla quale parteciperanno donne in età compresa tra i 18 ed i 77 anni provenienti da tutto il mondo, per aiutare donne e bambini contro il fenomeno dello sfruttamento.
La scelta della vetta in questione, che vanta ben 5.895 metri di altitudine non è stata casuale, il nome infatti è Uhuru che in lingua Swahili vuol dire Libertà.
La scalata dunque vuole essere una metafora del difficile percorso che devono affrontare le 10.000 donne ed i bambini che vengono schiavizzati, sfruttati e utilizzati per il traffico di esseri umani.
L’associazione promotrice del progetto ha intenzione di destinare dei fondi per aiutare le donne in gravidanza in Medio Oriente, aiutare i bambini affetti da HIV in Nepal e costruire una scuola in Zambia.
La speranza è quella di sensibilizzare l’opionione pubblica riguardo temi tanto difficili su cui spesso non ci si sofferma abbastanza come quello dello sfruttamento e della schiavitù cercando, anche attraverso micro-prestiti, di risollevare la situazione interrompendo il ciclo di povertà.
Le protagoniste della scalata documenteranno ogni giorno attraverso la loro voce questa incredibile esperienza e ricorderanno i problemi delle donne e dei bambini sfruttati in tutto il mondo.
Profilo dell'autore

- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
Europa6 Marzo 2025L’elogio dell’antieroe ne “Il disertore” di Winifred M. Letts
Europa5 Marzo 2025Nestor Machno, il contadino ucraino che tenne testa all’Armata Rossa
Europa6 Febbraio 2025Albert Göring, il fratello di Hermann che sabotò il Terzo Reich
Centro e Sud America3 Febbraio 2025I disertori polacchi che liberarono Haiti dal dominio francese
Mi viene in mente una frase celebre che dice: “Non possiamo dirci liberi se non lo sono tutti”. Il lavoro di sensibilizzazione serve più di quanto si possa immaginare alla battaglia per le libertà nel mondo. Sono ancora troppe le zone della Terra dove ancora quello della libertà resta un concetto da definire o peggio, da rivbedere…penso alla Mauritania, un paese che seguo come sostenitrice di una lotta pacifica per la libertà dalle moderne forme di schiavitù come quella domestica che ancora attanaglia il paese dimenticato, troppo spesso le vittime inermi sono bambini e bambine nati e cresciuti come bestie da soma, esseri indifesi, senza alcun diritto sin dalla nascita…grazie per questa iniziativa che sicuramente aggiungerà un tassello importante al lavoro che per fortuna molte persone svolgono in favore della libertà. In bocca al lupo!
Ivana Dama Attivista IRA Mauritania Sezione Italia