La battaglia per i diritti dei Pigmei


di Maria Chiara Rizzo

Pigmeo deriva del greco e significa “alto un cubito”, ovvero piccolo. In effetti il termine viene utilizzato per indicare diverse etnie caratterizzate dalla bassa statura. Nomade per tradizione, il gruppo etnico dei Pigmei risiede principalmente nelle foreste dell’Africa equatoriale, mentre piccole comunità abitano in ambiente desertico. I Pigmei vivono in estrema povertà, in simbiosi con la natura e di ciò che essa può offrire loro. Gli uomini hanno un’altezza massima di 150cm, le donne, invece, non superano i 130 cm. Hanno pelle scura, capelli neri e crespi, naso schiacciato e cranio brachiomorfo.

Le stime rivelano che nella Repubblica del Congo, ossia Congo-Brazzaville, vive il 10% degli individui appartenenti a questa etnia i quali costituirebbero, secondo dati del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, il 2% della popolazione totale del Paese che si aggira intorno ai 4 milioni. Secondo un’indagine condotta da un gruppo congolese per i diritti umani, i Pigmei sono fortemente sfruttati e discriminati dalla gente di etnia Bantu che li tratta come schiavi.

“Sono trattati come una proprietà, come se fossero animali domestici”, ha riferito il direttore dell’Osservatorio Congolese sui Diritti Umani (OCDH), Roch Euloge Nzobo. Il rapporto, stilato di recente al termine dell’indagine, è il frutto di un progetto di cinque anni, fatto di ricerca e osservazione sulle relazioni che intercorrono nel Paese tra le etnie dei Bantu e dei Pigmei, finanziato dall’Unione Europea. Lo studio sottolinea anche che oggi il gruppo etnico in questione è in via di estinzione nella Repubblica del Congo, dove fino al 2010 non godeva di alcuna protezione costituzionale.

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Emarginati, considerati inferiori, individui di serie C, esclusi dalle politiche nazionali di sviluppo e dal welfare, fino alla fine del 2010 i Pigmei sono stati privati di tutti i diritti fondamentali. Solo nel corso dell’ultimo anno si è aperto per loro un barlume di speranza, quando, nel febbraio scorso, il parlamento congolese ha varato una legge tesa a proteggere i diritti di tale etnia. Ciò, secondo l’agenzia di stampa dell’ONU, ha fatto della Repubblica del Congo il primo Paese africano a fornire protezione legale ad una popolazione indigena. La legge sancisce il diritto all’istruzione, alla salute e all’integrazione dei Pigmei, al pari delle altre etnie, all’interno del Paese.

Negli ultimi anni sono nate diverse organizzazioni che continuano a condurre una battaglia contro il governo congolese per il pieno riconoscimento dei diritti di questi indigeni, ma ciò non basta a cambiare la mentalità della società civile ed eliminare i pregiudizi. “I Bantu ci fanno sgobbare per una giornata intera e alla fine ci mettono in mano poco più di un dollaro, credendo di averci fatto un favore”, ha lamentato un pigmeo della regione di Impfondo, sottolineando che quando non riescono a terminare il lavoro, vengono minacciati dai Bantu che li richiamano all’obbedienza e al “dovere”, in quanto da loro considerati “schiavi”.


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