Mai scherzare sul proprio datore di lavoro o fare battute poco “ortodosse” su chi è capo della tua attività, in particolare quando al vertice è il Papa, potresti rischiare il posto! E’ capitato a un infermiere di un ospedale cattolico della Caritas, nel circondario del Lago di Costanza. Il lavoratore ha fatto battute molto pesanti sul Papa in uno scritto redatto in forma anonima e diffuso via web e dopo aver indagato su chi fosse l’autore della bagattella, le autorità hanno denunciato l’infermiere minacciandolo di licenziamento.
Inizialmente tra le parti si è trovato un compromesso contrattuale e dopo averlo messo per dodici mesi di punizione, verrebbe da dire in ginocchio sui ceci, l’ospedale ha versato la disoccupazione al suo ex dipendente. In poche parole è stato cacciato. L’infermiere ha fatto ricorso al tribunale di Costanza e dopo aver vinto in primo grado, il tribunale del Bundesland, il Baden-Württemberg ha capovolto la sentenza dando ragione all’ospedale cattolico. Infatti le istituzioni legate alla chiesa cattolica possono licenziare qualsiasi dipendente che offenda la persona di sua eccellenza il Papa.
Nell’antica Roma il noto giurista Ulpiano scriveva cosi: Sacrilegio crimen est quod maiestatis dicitur, tradotto in termini nostrani: è un crimine di sacrilegio quello chiamato di lesa maestà!
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