Quanti sono gli schiavi che lavorano per noi?
Da oggi siamo in grado di calcolarlo grazie ad un’applicazione messa sul web su www.slaveryfootprint.org.
Compilando le 11 pagine di questionario in base al nostro stile di vita, agli averi posseduti e alle tendenze del nostro nucleo famigliare possiamo verificare quante siano le persone che sono state sfruttate per la creazione dei nostri averi, dagli oggetti più comuni come il dentifricio o le scarpe a quelli più tecnologici come il pc.
L’indagine è stata condotta dall’organizzazione non profit Slavery Footprint ed il sito creato dall’organizzazione Call+Response in collaborazione l’ufficio per la monitorazione del traffico di Persone del Dipartimento di Stati Usa sotto la direzione di Hillary Clinton.
Lo scopo di tale ricerca è quello di informare e sensibilizzare gli ignari consumatori di cosa ci sia sotto i loro acquisti e di come le multinazionali sfruttino la manodopera a basso costo a loro vantaggio.
«E’ un fenomeno drammatico di cui bisogna ricordarsi quando si va a fare shopping e si acquista qualcosa» afferma Justin Dillon, responsabile di Slavery Footprint.
Io ho 100 schiavi a mia disposizione, e voi?
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