La Lega Araba si è riunita ieri al Cairo per discutere della situazione della Siria. L’organismo ha deciso, con il voto di 18 paesi a favore, due contrari (Libano e Yemen) e uno astenuto (l’Iraq), di sospendere Damasco dal 16 novembre se il presidente Bashar al-Assad non scelga di rispettare il piano della Lega stessa, che imponeva l’arresto della repressione violenta del dissenso e la scarcerazione di decine di migliaia di prigionieri politici.
Al summit del Cairo il rappresentante siriano ha espresso il suo totale disappunto. “La vostra decisione è illegale e ispirata dagli americani. La sospensione di uno stato membro può solo avvenire all’unanimità”.
Il presidente di turno della Lega Araba, il primo ministro del Qatar, Sheikh Hamad Bin Jassem, ha replicato: “È stata una decisione difficile, ma dopo tutti questi morti e detenuti purtroppo dovevamo prenderla”.
In risposta alla decisione della Lega orde di persone armate di bastoni e coltelli hanno attaccato l’ambasciata di Arabia Saudita a Damasco e i consolati francese e turco a Latakia.
Gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno elogiato la decisione della Lega Araba. Barack Obama ha apprezzato la “capacità di leadership” dimostrata dall’organizzazione: “Gli Usa si uniscono alla Lega Araba nel sostegno al popolo siriano, che continua a domandare il rispetto dei loro diritti universali sfidando l’indifferente violenza del regime” .
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