A cura di Joshua Evangelista, Francesco Caselli e Valerio Evangelista
Attivisti, blogger, filantropi. Ma anche semplici cittadini che nel momento della necessità non hanno esitato a dare se stessi per cause più grandi di loro, anche al costo della vita. Dalla Primavera araba, dal mondo dell’associazionismo e dalla vita di tutti giorni, abbiamo scelto venti persone, a nostro avviso eroiche, che con le loro vite e le loro azioni hanno caratterizzato in positivo questo 2011. Ecco i profili dei primi cinque della nostra lista: Vittorio Arrigoni, Mohamed Bouazizi, Don Fulvio Calloni, Sal Dimiceli e Novak Djokovic.
Vittorio Arrigoni
Attivo nella cooperazione umanitaria da quando aveva vent’anni, Vittorio Arrigoni ha operato in vari territori dell’Africa, del Sud America e dell’Europa orientale, prima di interessarsi alla causa palestinese. Schieratosi contro il comportamento dello Stato di Israele verso la popolazione della Striscia di Gaza, nel 2005 viene inserito a sua insaputa nella blacklist dei soggetti non graditi a Israele, nonostante lui abbia criticato duramente anche la politica autoritaria e teocratica di Hamas nell’amministrazione della Striscia e quella di al-Fath in Cisgiordania. Commentatore per numerose testate nazionali ed internazionali, Vittorio “Vik” Arrigoni è anche famoso per i suoi reportage e articoli, conclusi con l’adagio “Stay Human”. E queste due parole, “restiamo umani”, sono riecheggiate nei principali giornali internazionali quando il 14 aprile venne rapito da un gruppo di salafiti e quando, il giorno successivo, fu rinvenuto il suo cadavere. Ucciso dagli estremisti jihadisti in quanto potenziale corruttore, ricordiamo Vik con le parole del nostro contatto a Gaza, Omar, suo stretto amico: “Qui la gente lo amava e lo rispettava. Lui ha fatto tanto per il nostro popolo. Gaza non è più la stessa senza Vik”.
Mohamed Bouazizi
Mohamed Bouazizi vende frutta e verdura per le strade di Sidi Bouzid. Ha 26 anni e si ritiene fortunato perché non fa parte di quel 30% della popolazione della sua città senza lavoro. Il 17 dicembre 2010 la polizia gli confisca tutti i suoi prodotti: è privo dei permessi necessari alla vendita ambulante. Mohamed protesta davanti alle autorità, senza successo. Così acquista una tanica di benzina e si dà fuoco davanti al palazzo del governatore locale, morendo per le ustioni il 4 gennaio. Un moderno Jan Palach che diventerà il simbolo di un moto popolare che coinvolgerà trasversalmente le popolazioni di tutte le nazioni del Nordafrica e che ben presto ingloberà anche le insoddisfazioni dei popoli mediorientali. Negli ultimi tempi il suo gesto è stato interpretato in modi più prosaici, ma resta un’icona indissolubile di questo 2011.
Don Fulvio Calloni
Il vangelo mi insegna diversamente: non posso amare i figli a cui vengono richiesti sacrifici e nello stesso tempo difendere i miei vantaggi. Queste le parole di Don Fulvio Calloni, parroco di Marlia, nel lucchese, che ha chiesto al comune di Capannori di versare l’ICI come i suoi compaesani. Per essere buoni cristiani, spiega Don Fulvio, bisogna essere anche buoni cittadini e non possiamo avere a cuore le nostre esenzioni fiscali più del bene comune. Un atto che racchiude sia il coraggio di rinunciare a un privilegio sia la semplicità di obbedire al Vangelo, una rara coerenza in questi tempi.
Sal Dimiceli
Era spaesato quando la Cnn lo ha inserito tra gli eroi del 2011, visto che per lui aiutare gli indigenti è la cosa più spontanea da fare. Nel 1989 Sal Dimiceli fondò “The Time is Now to Help”, organizzazione no profit attiva tra Wisconsin ed Illinois, che ogni anno aiuta in media 500 persone all’anno a fronteggiare la povertà. E quando nel 2003 gli chiesero di curare una rubrica sulla solidarietà nel periodico locale, Sal decise di rendere utile alla comunità anche l’attività da giornalista. Per ogni singola lettera ricevuta, infatti, Sal visita personalmente il lettore in difficoltà e lo aiuta con i proventi della sua organizzazione, alla quale destina ogni mese il 20% dei suoi introiti da imprenditore.
Novak Djokovic
Un campione dello sport in sostegno dei bambini serbi. Novak Djokovic, numero uno del tennis mondiale nella classifica ATP e ambasciatore Unicef da settembre, ha deciso di donare 100mila dollari per finanziare progetti educativi in Serbia e programmi in difesa dei diritti dei bambini in difficoltà. La sua intenzione è quella di realizzare i sogni dei bambini indigenti che vivono nel suo Paese. Un gesto nobile che lo rende un campione anche nella vita.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
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alla lista si deve aggiungere RONALDO il calciatote multi milionario portoghese che ha regalato una sua scarpa usata ai bambini Palestinesi(sicuramente perche’ il megalomane e’ convinto che anche le sue scarpe vecchie valgono miloni)non vi sembra giusto?