di Sandra Richter
Toronto è una città meravigliosa, con i suoi 2 milioni e 500mila abitanti ed i 6 milioni che insistono nell’area metropolitana, guarda al futuro come diretta concorrente della Grande Mela.
Qui basta uscire di casa per incontrare il mondo. Il numero delle etnie e delle nazionalità che risiede a Toronto è sorprendente, prendere i mezzi pubblici è come essere catapultati nella Torre di Babele, si sente in contemporanea parlare Hindi, Cinese, Spagnolo, Portoghese, talvolta inglese e mai italiano.
Toronto è un sistema di strade diritte e perpendicolari , che vanno da nord a sud e da est ad ovest. Lontanissima dai meandri labirintici delle città italiane, qui Bloor Street parte dall’estremo est della città e finisce dentro Mississauga; Yonge Street parte dall’estremo Downtown guardando il lago Ontario e percorre tutta la città. Queste sono le sue direttrici, che come un’ascisse ed un’ordinata creano un disegno di città perfettamente logico e geometrico.
Il numero di cibi etnici che si può assaggiare a Toronto è ovviamente sorprendente, vuoi per la grande varietà etnica dei suoi abitanti vuoi perché due dei motori dell’economia sono appunto la ristorazione e l’edilizia, e quest’ultima dà il suo meglio ovunque, dai suburbi in stile anglosassone agli altissimi e d’avanguardia famosi condo di Downtown. Senza dimenticare il raffinato stile concettuale del Yorkville Village che guarda un po’ alla Francia e un po’ all’Italia.
Il fascino di Toronto risiede in questa sua enorme e rispettosa multiculturalità, che dà alla città non l’immagine di un contenitore ma quella di una grande rete sociale che si alimenta giorno per giorno sotto il segno della tolleranza e della convivenza. Un giorno sentendo parlare due colleghi di lavoro, lei chiede a lui: “Di dove sei tu?” Lui risponde: “Di Toronto”. Lei comincia a ridere e replica: “Ma dai, qui nessuno è di Toronto, tutti vengono da qualche parte”. Allora lui realizza e risponde: “Hai ragione, sono portoghese.”
Perché qui il motto è: nessuno è di qui, tutti vengono da qualche altro luogo, e tutti portano rispettosamente con sé lingue, usi e abitudini.
Ma Toronto è prima di tutto una città di derivazione anglosassone e molte delle leggi e delle consuetudini la accomunano all’Inghilterra e di conseguenza agli USA. Tra queste, c’è il meccanismo della prostituzione, che a Toronto è ben oleato. Basta mezzo click e ti viene data la possibilità di scegliere la tua cortigiana preferita nella sede che ritieni più opportuna. Il sesso qui è visto in un modo “tradizionale”, nel senso che nel 90% dei casi è una lei che offre i suoi favori ad un lui, che a seconda del suo potere economico può scegliere: l’escort di lusso, la cortigiana “indipendente”, oppure decidere per una delle famose SPA.
Anche qui le SPA il significato a cui siamo abituati in Italia, ma principalmente sono le Parlor Body Rub, ossia, “salotti dove i corpi si sfregano”, un fenomeno di luci e di ombre.
Le SPA che hanno la licenza di esercitare sono per legge 25, ma pare che a Toronto ce ne siano almeno 3000 illegali, che con estrema probabilità sono sancite e tenute sotto l’occhio vigile della polizia. E quando l’occhio si allena, basta andare per China Town, e non solo, e vedere quanti neon lampeggianti indicano“Massage”. I massaggi di queste SPA sono massaggi erotici, in cui il cliente può scegliere tra un: nude, nude reverse, hot tube e slide. La legge vieta categoricamente che all’interno di questi luoghi si consumi sesso, ma pare che in alcuni posti sia forse possibile provare il famoso “happy ending”. La normativa è molto controversa, perché se la polizia becca una delle “attendants” a negoziare il prezzo allora può incriminarla, ma se la contrattazione avviene dentro la cabina massaggio allora non è più un crimine. Sì, perché tu all’entrata paghi il prezzo della cabina alla reception, poi il massaggio lo paghi con le mance che dai alla tua lady. Garantisco che, dal di dentro, il fenomeno non è così intrigante come possa sembrare all’esterno. E’ un sistema, un business e in tutta sincerità non so quanto veramente si possa negare che queste ragazze siano trattate come “semplice carne”. In linea di massima non credo che tutte le SPA abbiano degli avventori di comprovata raffinatezza, anche perché questa istituzione sembra un po’ il retaggio delle grandi città industriali inglesi, in cui a conforto degli uomini di fatica si offre una simil-prostituzione a buon mercato. Una specie di pacchetto tutto compreso per l’uomo felice.
Però, anche questo è un motore dell’economia, impiega persone, abbassa drasticamente il livello di disoccupazione, soprattutto quello delle straniere di alcune etnie. E’ insomma un business, come avere un ristorante o un’azienda di softwares. E’ legale, e chi ci lavora lo fa nella maggior parte dei casi in modo serio e professionale.
Si necessità di un “prodotto”? Si vende quel prodotto and…that’s it.
Si confezionano ragazze, si studiano siti internet di grande appeal e come ha detto la proprietaria di un body rub: “Quello che noi facciamo è principalmente pubblicità, cerchiamo di essere attrattivi, nei prezzi e nella qualità, gli uomini vengono da noi ed è fatta.”
E’ un business per i singoli, ma è anche un business per il sistema sociale, perché indubbiamente abbassa, se non annullare, gli appetiti della malavita. In più, qui le aggressioni sessuali sono meno del 10% rispetto a quelle del nostro paese, eppure Toronto è una grande città con sconfinati suburbi. L’affaire, quando è legale, funziona come un macchina di decompressione e tende ad annullare le violenze.
Il Canada sembra talvolta guardare all’Unione Europea con preoccupazione, forse perché l’Europa rimane un baluardo di civiltà e di competenze non ancora eguagliato, forse perché l’unione fa la forza e il Canada viaggia in solitario, forse perché la crisi economica si fa sentire anche qui e quindi momentaneamente le sue frontiere sono chiuse. Ma sicuramente, con o senza i Body Rub, il futuro comincia da qui. Il futuro comincia sempre dove cadono i pregiudizi.
Insomma, il Canada e la sua Toronto rimangono esempi assolutamente impareggiabili di gentilezza dei suoi abitanti, civiltà, tolleranza, dedizione al lavoro and… exotic massages by hot curvy blond attendants.
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L’articolo mi piace, ho abitato per un po’ a Toroto e devo dire che in effetti chi scrive riesce a comunicare l’aria che si respire in questa grande città. A me è anche capitato di sentir parlare in italiano…..
Per quanti riguarda il discorso dei massaggi, confermo che c’è questo proliferare di centri di massaggi cinesi non autorizzati che praticano massaggi cinesi con finale a sorpesa (ma nemmeno tanto…)
Ma è anche vero che oramai questa pratica è diffusa dappertutto, anche nei paesini più piccoli e di periferia. In Italia ovviamente…