di Giancarlo Pini
Il primo Gennaio 2012 è ufficialmente entrata in vigore la nuova costituzione (“Magyarorszàg Alaptorvénye) della non più Repubblica ungherese, ma della nuova, e allo stesso tempo vecchia, “Ungheria”. Viene così introdotto un nuovo ordine nazionalista, fondato su valori cristiani, non più Repubblica, come già detto, bensì Stato radicato nelle radici Magiare. Tra i punti più discutibili e sicuramente più dibattuti anche a livello europeo, c’è la premessa, in cui si rivendicano parti del territorio magiaro che alla fine della prima guerra mondiale vennero assegnati alla Romania, all’Austria e alla Slovacchia; il nuovo sistema elettorale infatti, prevede che siano incluse persone di origine ungherese che non vivono sul suolo magiaro, per cui queste non potranno subire le decisioni politiche dei paesi in cui vivono.
Il progetto del premier Viktor Orban e della nomenclatura della FIDESZ (Alleanza dei giovani democratici), iniziò da subito con la schiacciante vittoria alle elezioni politiche dell’Aprile del 2010: elezioni grazie alle quali proprio la FIDESZ, insieme al KDNP (Partito democristiano), riuscirono a conquistare due terzi del Parlamento, quota necessaria sia per l’emendamento costituzionale, sia per l’adozione di una nuova Carta fondamentale, evitando qualsiasi consultazione con le opposizioni.
Il 19 Aprile 2011 perciò, circa un anno dopo quelle elezioni, il Parlamento ungherese approvò il nuovo testo fondamentale con 262 voti a favore, 44 contrari (dell’estrema destra dello JOBBIK), un’astensione e 79 deputati dell’opposizione che non si sono presentati alle votazioni.
Precedentemente l’Ungheria si diede una Costituzione nel lontano 20 Agosto 1949, durante il regime socialista. Questa fu riformata con un emendamento sostanziale dell’Assemblea generale, il 23 Ottobre 1989, dopo circa un anno di consultazioni e di pesanti pressioni. Con il cosiddetto Atto XXXI, si voleva evidenziare la natura provvisoria della Carta, che sarebbe rimasta in vigore fino all’emanazione di una nuova Costituzione, e si veniva a creare la Terza Repubblica d’Ungheria, democratica, fondata sulla separazione dei poteri e sul rispetto dei diritti umani. Questo emendamento in quanto provvisorio, aveva il compito esclusivo di gettare le basi per la costruzione di una nuova Ungheria democratica, slegata dall’Unione Sovietica e dal sistema socialista.
Il nuovo testo sviluppato dal “governo Orban” invece, non ha seguito né il contributo interno delle forze extra-parlamentari, né le direttive riguardanti i principi democratici che l’Europa impone ai suoi appartenenti. Il rispetto per i diritti delle minoranze e per i diritti degli omosessuali sono duramente calpestati; anche l’indipendenza, il funzionamento delle istituzioni democratiche e la separazione dei poteri, che erano state raggiunte nell’89, sono state compromesse. La Corte costituzionale, così come la Banca centrale, è stata messa sotto stretto controllo dell’esecutivo, così come anche i giudici e la possibilità d’indire petizioni popolari. Accademici, professori universitari, ma anche la società civile stessa ha cercato in ogni modo di rendersi partecipe nella stesura del testo, senza però alcun successo. Il concepimento di tale Carta infatti, proprio perchè espressione di meri interessi populistici di una spietata elitè conservatrice quale è la FIDESZ, destabilizza, e anzi smonta dalle fondamenta, quel percorso democratico intrapreso dal 1989 in poi. Essa esprime in maniera chiara i valori cardine del governo cattolico di centro-destra, e ciò s’intuisce sin dal preambolo: “Riconosciamo il ruolo del Cristianesimo nella preservazione della Nazione…”; nel secondo articolo si legge: “la vita del feto è protetta dal momento del concepimento”; Il decimo poi stabilisce che l’unica unione matrimoniale possibile sia quella tra uomo e donna e che la famiglia è: “la base per la sopravvivenza della Nazione”.
Il testo è estremamente complesso anche nella sua composizione: formato da 105 articoli, quelli della prima parte sono numerati dalla A alla T, la seconda intitolata “Libertà e Responsabilità”, riguarda i diritti e i doveri, portano i numeri romani, la terza, sull’organizzazione dello Stato, segue numeri arabi. Strutturalmente curiosa e sostanzialmente condannabile, tale nuova Carta, ha suscitato grande sgomento sia nell’opinione pubblica ungherese, sia in Europa. Purtroppo però Viktor Orban è stato lasciato libero di muoversi e solo adesso l’Europa stessa apre gli occhi e condanna apertamente la politica ultraconservatrice del governo ungherese, tra l’altro fino a poco tempo fa membro di turno dell’Unione europea. L’Ungheria che ha aderito all’Unione e non all’Euro, ha visto il Fiorino perdere il 30% del suo valore negli ultimi tre mesi e a un passo dal fallimento perciò, è divenuta improvvisamente affare di tutta l’Europa. Il nodo cruciale in questo momento per Bruxselles è che giudica inaccettabile la riforma della Banca centrale ungherese, istituzione fondamentale per quanto riguarda l’emissione di denaro in tempo di crisi.
Solo una condanna sia morale che politica, potrà bloccare la deriva ungherese, così da non creare un precedente che potrebbe minare il futuro di tutta l’Europa. La motivazione quindi, oltre che economica (l’Italia per esempio con Unicredit e Intesa SanPaolo detengono rispettivamente la settima e la quinta Banca ungherese), deve essere principalmente etica. L’Europa non può permettersi infatti che lo sviluppo dell’integrazione europea sia sporcato dalla nascita di Costituzioni nazionali al suo interno, che non rispettino i principi e le conquiste democratiche faticosamente acquisite negli ultimi secoli.
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[…] L’EUROPA DIVISA SULLA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE. Come detto l’Italia continua a perder punti, un brutto voto che “porta ancora i segni del vecchio governo”, si legge nel testo diffuso da Rsf. Il Paese “con le dimissioni di Silvio Berlusconi ha da poco voltato la pagina del conflitto di interesse”. Ma non se la passano molto meglio la Francia (38esima) e la Spagna (39): “Siamo severi verso questi Paesi perché ci aspettiamo da loro un comportamento esemplare” ha commentato Jean-Francois Julliard, segretario generale di Rsf. “Le grandi democrazie potevano fare meglio”. A capo della classifica restano anche quest’anno le scandinave Finlandia e Norvegia, seguite da Olanda, Svizzera e Lussemburgo. Come spiegare quest’europa divisa? In diversi Paesi del Vecchio Continente, dicono dall’organizzazione, “la situazione si degrada”: si moltiplicano gli arresti dei cronisti e le perquisizioni delle redazioni. Chiari esempi sono la Bulgaria (80esima) e la Grecia (70esima), che occupano le peggiori posizioni continentali. Stupisce a tal senso (e dimostra la relatività dell’intera classifica), il fin troppo generoso 40esimo posto dell’Ungheria, che ha da breve votato una legge per il controllo dei media. […]
NAZISMO CATTOLICO
Il primo Gennaio 2012 è ufficialmente entrata in vigore la nuova costituzione nazionalista, valori cristiani, no Repubblica,della prima guerra mondiale schiacciante prepotenza del Partito democristiano evitando qualsiasi consultazione con le opposizioni.il Parlamento ungherese dell’estrema destra deputati dell’opposizione non presenti alle votazioni. Tradito il compito esclusivo di gettare le basi per la costruzione di una nuova Ungheria democratica,Rifiutato a seguire il contributo interno né le direttive riguardanti i principi democratici che l’Europa impone ai suoi appartenenti. Quando imporre il debito di menzogne e prepotenze? Il rispetto per i diritti delle minoranze degli omosessuali sono duramente calpestati; anche l’indipendenza, il funzionamento delle istituzioni democratiche e la separazione dei poteri, che erano state raggiunte nell’89? Accademici, professori universitari, ma anche la società civile stessa ha cercato in ogni modo di rendersi partecipe nella stesura del testo, senza però alcun successo. Esprime in maniera di chiara violenza nazista i valori del governo cattolico di estrema destra. dal preambolo: “Riconosciamo il ruolo del Cristianesimo nella preservazione della Nazione…”; nel secondo articolo si legge: “la vita del feto è protetta dal momento del concepimento”; Il decimo poi stabilisce che l’unica unione matrimoniale possibile sia quella tra uomo e donna e che la famiglia è: “la base per la sopravvivenza della Nazione”.Il testo riguarda i diritti e i doveri, portano i numeri romani,Viktor Orban ha aderito all’Unione e non all’Euro, e però alla Chiesa Cattolica della Opus Dei e Mafia, ha visto il Fiorino perdere il 30% e a un passo dal fallimento perciò, è divenuta improvvisamente affare di tutta l’Europa. Morale che la deriva ungherese aiutata dalla Chiesa Cattolica potrebbe minare il futuro di tutta l’Europa.