Dopo il voto di approvazione ieri notte del piano di austerità richiesto dall’Ue e dal fondo monetario internazionale, la Grecia è diventata un teatro di scontri. Migliaia di manifestanti si sono riversati per le strade di Atene e davanti il Parlamento, mettendo a ferro e fuoco la capitale. Secondo un primo bilancio 120 persone sono rimaste ferite, tra loro 50 poliziotti e 70 manifestanti. Altre 70 persone sono state arrestate.
Più di 45 negozi sono stati distrutti e anche diversi edifici storici. Il sindaco di Atene, Giorgos Kaminis, dopo che alcuni manifestanti hanno provato a fare irruzione nel palazzo del municipio, ha affermato che “ancora una volta, la città è stata usata come leva per provare a destabilizzare il Paese”.
Questo voto drammatico in Parlamento è stato preceduto da un acceso dibattito, nel quale i rappresentanti del governo hanno evocato scenari drammatici per il Paese nel caso di bocciatura del piano di austerità, che permetterà di avere una tranche di aiuti dall’Ue di 130 miliardi di euro. A favore hanno votato 199 parlamentari, solo 74 i voti contrari.
Guerra anche in aula, dove il partito socialista e quello conservatore hanno espulso dai loro gruppi parlamentari rispettivamente 22 e 21 deputati, in seguito del forte dissenso manifestato durante il dibattito precedente l’approvazione. Il terzo partito di coalizione, Laos, si è ritirato dal governo venerdì dopo che il suo leader si è pubblicamente opposto all’accordo.
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